Sequestro di oltre 4 milioni di euro: la Guardia di Finanza smaschera una frode fiscale a Gela

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per oltre 4 milioni di euro in un’inchiesta su frode fiscale coordinata dalla Procura di Gela. Sei individui sono accusati di aver creato una rete di aziende fittizie per emettere fatture false e ridurre il carico fiscale, accumulando crediti d’imposta inesistenti. L’operazione evidenzia l’importanza della vigilanza nel settore…
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Sequestro di oltre 4 milioni di euro: la Guardia di Finanza smaschera una frode fiscale a Gela - Gaeta.it

Sequestro di oltre 4 milioni di euro: la Guardia di Finanza smaschera una frode fiscale a Gela

Un’intensa operazione condotta dalla Guardia di Finanza ha portato a un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, a seguito di gravi accuse di frode fiscale. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Gela, ha rivelato un sistema complesso per la manipolazione contabile e la dichiarazione fraudolenta tramite l’uso di fatture falsificate. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti sei individui, accusati di aver orchestrato una sofisticata rete di aziende fittizie utilizzate per eludere il fisco.

La genesi del sistema fraudolento

Un intreccio di aziende fittizie

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno svelato un impero di nove società attive esclusivamente nella sovrafatturazione di prestazioni di manodopera. Queste aziende, tutte formalmente costituite, operavano in stretto collegamento con una società per azioni nel settore della meccanica generale, la cui sede legale si trova a Roma. L’obiettivo apparente di questa rete era quello di facilitare una rotazione del personale e ridurre il carico fiscale, permettendo alla società principale di migliorare la propria liquidità.

Un aspetto chiave di questo schema era la creazione di società ad hoc, definite “imprese apri e chiudi”, che duravano sul mercato per brevi periodi. Questo approccio consentiva a queste aziende di cambiare continuamente la loro ragione sociale, rendendo difficile il monitoraggio delle operazioni. Le aziende fittizie erano utilizzate per emettere fatture gonfiate, permettendo così alla capofila di abbattere indebitamente le tasse e accumulare un vantaggio economico significativo.

Le operazioni di compensazione fraudolente

Le “imprese apri e chiudi” operavano per circa due anni, avvalendosi di crediti d’imposta inesistenti per compensare i contributi previdenziali e assistenziali, accumulando un totale di oltre 1 milione di euro, di cui più di 300 mila euro provenienti da risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Questi schemi di compensazione risultano essere tra i più insidiosi, in quanto manipolano i fondi pubblici destinati a progetti nazionali.

Le accuse e lo sviluppo delle indagini

Le scoperte rilevanti dalle fatture

Gli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato che, tra il 2019 e il 2022, la società per azioni che fungeva da capofila ha fatto uso di fatture per operazioni in gran parte inesistenti. Questo tipo di attività ha permesso di attestare un valore speso di circa 6,7 milioni di euro, fortemente gonfiato rispetto a quanto effettivamente versato. Le fatture indicate nel corso delle indagini hanno rivelato un sistema di frode sistematica, dannosa non solo per il fisco, ma anche per l’economia locale e nazionale.

Le decisioni del giudice

A seguito di un considerevole accumulo di prove, il Giudice presso il Tribunale di Gela ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente. Questa misura ha colpito le persone fisiche coinvolte nell’inchiesta, costringendole a rispondere di accuse che includono non solo la dichiarazione fraudolenta ma anche l’indebita compensazione. Il valore del sequestro, superando i 4 milioni di euro, corrisponde alla somma delle imposte evase e ai crediti inesistenti che erano stati indebitamente utilizzati per ottenere vantaggi economici.

Questa importante operazione mette in luce non solo le capacità investigative della Guardia di Finanza, ma anche la necessità di vigilanza continua nel settore fiscale per sostenere l’integrità e la giustizia nel mercato. La lotta contro la frode fiscale si conferma una priorità cruciale per le istituzioni, in vista di un controllo più rigoroso delle pratiche commerciali e della gestione delle risorse pubbliche.

Ultimo aggiornamento il 22 Settembre 2024 da Sofia Greco

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