Sequestro di Palazzo Marina: l’indagine sulla lottizzazione abusiva a Castel Volturno

Sequestro di Palazzo Marina: l’indagine sulla lottizzazione abusiva a Castel Volturno

La Procura di Santa Maria Capua Vetere indaga su Palazzo Marina a Castel Volturno per lottizzazione abusiva, coinvolgendo imprenditori e professionisti in pratiche illegittime che minacciano il territorio.
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Sequestro di Palazzo Marina: l’indagine sulla lottizzazione abusiva a Castel Volturno - Gaeta.it

L’immobile noto come Palazzo Marina, situato a Castel Volturno in provincia di Caserta, è finito nel mirino della Procura di Santa Maria Capua Vetere per presunte irregolarità legate a un’ampia lottizzazione abusiva. L’indagine, avviata alle e giunta a un significativo riscontro, mette in luce il coinvolgimento di imprenditori e professionisti, nella gestione di un’area costiera cementificata negli anni ’70, attraverso pratiche illegittime e malversazioni a danno del territorio.

Le origini del problema: una storia di abusivismo edilizio

L’attività di costruzione abusiva a Castel Volturno ha radici che risalgono a decenni fa. Dagli anni ’70, il fenomeno ha preso piede, creando una vera e propria giungla di edifici costruiti senza le necessarie autorizzazioni. Investimenti consistenti e successive ristrutturazioni, in particolare tramite il superbonus del 110%, hanno ulteriormente alimentato la proliferazione di strutture non conformi alle normative. Palazzo Marina non rappresenta un caso isolato, ma testimonia un modello imprenditoriale che ha trovato terreno fertile in un contesto poco controllato.

La Procura ha avviato accertamenti sui documenti presentati dagli indagati, in particolare sulla licenza edilizia del 1964, che secondo gli inquirenti sarebbe stata falsificata. Tale licenza risulta fondamentale per legittimare la costruzione, ma la mancanza di prova della sua validità ha sollevato gravi interrogativi sulla legalità dell’immobile. Questi fattori hanno spinto gli investigatori a procedere con il sequestro dell’ottocentenario palazzo affacciato sul lungomare.

L’operazione della Guardia di Finanza

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Caserta hanno messo sotto la lente dodici soggetti, tra cui professionisti legati alla Mirabella Spa, impresa collegata alla famiglia Coppola. I nomi coinvolti nella vicenda includono Augusto Tedeschi e Vincenzo Gambardella, entrambi accusati di aver facilitato operazioni illecite, insieme a una parte della famiglia Moccia, noti imprenditori del settore edile.

Il sequestro dell’immobile, ex albergo in disuso, è il risultato di settimane di lavoro investigativo. I finanzieri, tra l’altro, hanno accertato che il Palazzo Marina ha subito una trasformazione, cambiando la sua destinazione d’uso da turistico a residenziale. Questo passaggio non è stato accompagnato da regolari autorizzazioni comunali, e il frazionamento dell’albergo nel 2012 in 104 appartamenti ha sollevato ulteriori dubbi sull’operato degli indagati.

Le conseguenze per la comunità locale

La questione dell’abusivismo edilizio non solo impatta la legalità, ma ha ripercussioni significative sulla fiducia nella governance locale. La Procura e la Guardia di Finanza hanno apertamente dichiarato che non sono emersi collegamenti diretti con amministratori locali, ma le indagini continuano a cercare eventuali collusioni interne al Comune di Castel Volturno. Il sequestro di Palazzo Marina segna un passo importante nel tentativo di arginare un fenomeno che ha danneggiato in modo rilevante il tessuto urbano e ambientale della zona.

Con un valore stimato di 25 milioni di euro, la situazione di Palazzo Marina non è solo un caso di abuso edilizio, ma pone interrogativi aperti sulla sostenibilità delle aree costiere italiane, dove imprese e amministrazioni devono operare in conformità con le leggi e tutelare il patrimonio paesaggistico.

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