Si terrà mercoledì 30 aprile alle 15.30 al teatro il sipario strappato di genova arenzano una rappresentazione speciale dell’opera “visita di condoglianze” di achille campanile. A interpretare l’atto unico saranno sette persone con disabilità visiva, tutte seguite dalla fondazione david chiossone. L’evento segna la conclusione di un laboratorio teatrale pensato per favorire la crescita personale e sociale dei partecipanti attraverso l’esperienza scenica.
Un percorso di sei mesi per utenti con disabilità visiva
Lo spettacolo del 30 aprile è il risultato di un laboratorio che si è svolto per oltre sei mesi presso il centro di riabilitazione per adulti della fondazione david chiossone. Sette partecipanti con disabilità visiva, di età tra 50 e 87 anni, hanno preso parte a incontri settimanali. Questi si sono svolti ogni mercoledì, sotto la direzione delle insegnanti sara damonte e matilde delfino, specializzate in attività teatrali per persone con fragilità. L’obiettivo principale è stato avvicinare i partecipanti al teatro come strumento di espressione personale, di relazione e di socializzazione su un palco.
Lavoro sull’interpretazione dell’atto unico di campanile
Durante le sessioni, gli utenti hanno lavorato sull’interpretazione dell’atto unico di campanile, facendo emergere le proprie capacità creative. Il processo ha richiesto impegno costante, cura e volontà di mettersi in gioco in un contesto collettivo. L’esperienza ha permesso loro di sviluppare competenze comunicative e di rafforzare la fiducia in se stessi. Questa dimensione emotiva e relazionale ha rappresentato il cuore del percorso artistico, stimolando un senso di appartenenza e inclusione.
La collaborazione tra enti locali e culturali nel progetto poco alla volta 2024
Il laboratorio teatrale si inserisce nel progetto “poco alla volta 2024”, un’iniziativa di integrazione sociosanitaria promossa dalla uildm genova. Si tratta di una coprogettazione nata dall’accordo di programma 2022/2024, che ha voluto sostenere attività di interesse generale sul territorio ligure. Il teatro il sipario strappato ha svolto un ruolo chiave ospitando il laboratorio e supportando la realizzazione delle iniziative. Inoltre, il gruppo città di genova ha assicurato il servizio di trasporto, rendendo possibile la presenza regolare degli utenti alle prove.
Sinergie per superare barriere logistiche e organizzative
Questa sinergia tra associazioni, enti e istituzioni ha permesso di superare barriere logistiche e organizzative. Il progetto si basa su una rete di collaborazioni concrete, che garantiscono continuità e sostegno alle persone con disabilità. L’esperienza del laboratorio riflette così una scelta di apertura e inclusione praticata da più soggetti, con l’intento di offrire spazi di crescita e partecipazione attiva. La struttura del teatro si è confermata un luogo non solo artistico, ma anche sociale, dove si intrecciano storie personali e collettive.
Teatro come strumento di inclusione e stimolo alla qualità della vita
L’iniziativa sottolinea il valore del teatro oltre la funzione artistica tradizionale. Per la fondazione david chiossone rappresenta uno strumento per guardare oltre la disabilità visiva, concentrandosi sulle potenzialità e sulle opportunità delle persone coinvolte. L’esperienza scenica aiuta a migliorare l’autonomia, rafforza l’autostima e favorisce relazioni positive. Il teatro si trasforma in un mezzo per costruire consapevolezza e condivisione, lanciando segnali forti sull’inclusione sociale.
Il sipario strappato tra teatro sociale e inclusione
il sipario strappato ha da sempre una vocazione al teatro sociale, impegnandosi a promuovere attività rivolte a soggetti fragili o marginali. In questo contesto, la messa in scena di campanile assume un ruolo simbolico perché realizza un dialogo diretto tra pubblico e attori con disabilità. Le rappresentazioni di questo tipo facilitano un confronto con temi umani universali, coinvolgendo spettatori in un’esperienza sensoriale diversa dal solito teatro. Questa iniziativa si colloca in un percorso che dà voce a chi spesso resta ai margini, valorizzando la diversità come risorsa di comunità.