Settore moda in difficoltà: perdite quotidiane e calo dei saldi invernali

Settore moda in difficoltà: perdite quotidiane e calo dei saldi invernali

La crisi del settore moda in Italia si aggrava: chiusura di 18 negozi al giorno, calo delle vendite e perdita di oltre 35.000 posti di lavoro richiedono strategie innovative per il rilancio.
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Settore moda in difficoltà: perdite quotidiane e calo dei saldi invernali - Gaeta.it

I dati recenti sulla situazione del settore moda in Italia rivelano un quadro allarmante. Ogni giorno, in Italia, spariscono 18 negozi di moda e abbigliamento, segno di un mercato in crisi. La Federazione Moda Italia ha incontrato a Courmayeur i rappresentanti del settore per discutere delle problematiche che affliggono il comparto e analizzare le tendenze economiche attuali. Il 2024 si è chiuso con un calo del 4,2% rispetto all’anno precedente e i saldi di inizio 2025 hanno ulteriormente confermato un trend negativo, con una diminuzione del 5,5% nelle vendite.

La crisi dei negozi di moda in Italia

La situazione del settore della moda in Italia è critica e preoccupante. Secondo le statistiche fornite dalla Federazione Moda Italia, si registra una perdita media di 18 negozi al giorno, che traduce in un numero sostanzioso di punti vendita scomparsi nel corso degli ultimi cinque anni: ben 23.322 esercizi chiusi. Questi dati non indicano solo un calo dei negozi, ma anche un drastico abbattimento dell’occupazione, con oltre 35.000 posti di lavoro andati perduti.

I negozi di moda rappresentano una parte fondamentale dell’economia italiana, ma l’attuale crisi mette in evidenza le difficoltà con cui il settore deve confrontarsi. Tra le ragioni principali della chiusura dei negozi ci sono cambiamenti nei comportamenti di consumo, l’aumento della concorrenza da parte di piattaforme online e un generale abbassamento delle spese da parte delle famiglie. Questo fenomeno richiede una riflessione profonda su come il settore possa reinventarsi per rimanere competitivo.

Saldi invernali e calo dei consumi

I saldi invernali del 2025, appena iniziati, hanno mostrato un segnale negativo. La Federazione Moda Italia ha riportato che circa il 60% delle imprese ha registrato un calo delle vendite nel confronto con lo scorso anno. La percentuale del -5,5% segna un trend preoccupante, alimentato dalla diminuzione generale dei consumi nel settore. Molti rappresentanti dell’industria della moda hanno evidenziato una mancanza di fiducia da parte dei consumatori, che si riflette nella scarsa propensione a spendere per abbigliamento e accessori.

Nonostante il valore economico e culturale del settore, i dati suggeriscono che è necessaria una nuova strategia per stimolare la domanda. Esplorare la combinazione di eventi promozionali, esperienze di shopping più attraenti e iniziative rivolte ai consumatori potrebbe rappresentare un passo importante. La relazione tra negozi fisici e le vendite online richiede attenzione e un approccio integrato che favorisca l’interazione con il cliente.

Un appello alla collaborazione per il rilancio

Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia, ha espresso preoccupazione per il futuro del retail della moda. Secondo lui, esiste una necessità urgente di rinnovamento attraverso un forte spirito imprenditoriale, che faccia leva su innovazione, resilienza e turismo shopping. Recentemente, c’è stata una misura volta a facilitare gli acquisti da parte dei turisti, abbassando la soglia per lo shopping tax free da 154,96 euro a 70 euro. Questo cambiamento ha portato a un notevole incremento delle transazioni, ma la perdita dei consumi interni è una questione che non si può ignorare.

Felloni ha quindi lanciato un appello per la creazione di un Patto etico di filiera, coinvolgendo i fornitori nel cercare soluzioni pratiche per alleviare le pressioni sul settore. Tra le proposte avanzate ci sono la richiesta di detrazioni fiscali per l’acquisto di prodotti sostenibili e un’aliquota Iva agevolata per supportare il settore nella sua difficile fase di transizione. L’accettazione di queste misure potrebbe fornire un impulso per ripristinare la fiducia dei consumatori e favorire la ripresa del mercato della moda.

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