Sfida tra 45 butteri alla mostra agricola Campoverde con focus sulla razza maremmana e tradizioni locali

Sfida tra 45 butteri alla mostra agricola Campoverde con focus sulla razza maremmana e tradizioni locali

La 38/a mostra agricola Campoverde ad Aprilia celebra la tradizione dei butteri con gare, valorizzazione della razza maremmana e dimostrazioni di falconeria, unendo cultura rurale e biodiversità.
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La 38ª Mostra Agricola Campoverde ad Aprilia ha celebrato tradizioni rurali con la sfida tra 45 butteri, l’esposizione della razza bovina maremmana e dimostrazioni di falconeria, valorizzando cultura, biodiversità e lavoro agricolo. - Gaeta.it

Tra i pascoli e i boschi vicino ad Aprilia, si è svolta oggi pomeriggio la 38/a edizione della Mostra Agricola Campoverde. Un evento che ha richiamato numerosi appassionati di agricoltura e allevamento, grazie soprattutto alla sfida tra 45 butteri, i mandriani a cavallo noti per la conduzione delle mandrie allo stato brado. La manifestazione, che ospita circa 400 espositori, offre un’occasione unica per ammirare razze bovine pregiate e riscoprire antiche tradizioni legate alla cultura rurale.

La sfida dei butteri e il loro ruolo nella gestione delle mandrie allo stato brado

Il momento clou della giornata ha visto la competizione tra 45 butteri provenienti da varie zone della regione. Questi uomini, saliti a cavallo di primo mattino, si occupano di spostare e pressare le mandrie nei pascoli e tra i boschi. Il mestiere del buttero si basa su una profonda conoscenza del territorio e del comportamento degli animali. Tra albe fredde e lunghe giornate, questi mandriani portano avanti un’attività che richiede resistenza fisica, abilità e un legame stretto con la natura.

L’evento permette a chi partecipa di rivivere queste tradizioni in un contesto moderno, dove non mancano però le difficoltà di un lavoro ancora legato al ritmo della terra. Il confronto tra butteri rappresenta uno spaccato di vita rurale che mantiene viva una pratica antica, fondamentale per la gestione del bestiame allo stato brado. La loro presenza nella mostra valorizza la cultura agricola locale e crea un legame concreto tra passato e presente.

La mostra nazionale maremmana e la valorizzazione della razza bovina locale

All’interno della mostra spicca la presenza della razza maremmana, allevata da 47 allevatori provenienti da aree come Livorno, Grosseto, Tuscia, Reatino e la Piana Pontina. Le caratteristiche più evidenti di questi bovini sono le corna a lira, un tratto distintivo che li lega a una lunga tradizione storica. Enrico Giuliani, dell’azienda agricola Gnessi Teresa a Borgo Grappa, ha spiegato come questa razza affianchi la storia italiana sin dalla fondazione di Roma. “I maremmana sono infatti i buoi che accompagnavano gli imperatori durante i trionfi.”

La mostra ha anche ospitato un museo dedicato al buttero, allestito in collaborazione con l’Arsial, dove sono esposte fotografie e strumenti legati a questo mestiere. Tra gli allevatori cresce l’interesse per la carne maremmana, apprezzata per il basso contenuto di grassi e la digeribilità. Questo prodotto si inserisce nell’ambito di una nuova attenzione all’alimentazione sostenibile e rappresenta una testimonianza della biodiversità italiana, valorizzata attraverso un lavoro che mescola passione e know-how.

La fatica e la passione dei butteri professionisti

Dietro ogni buttero c’è un lavoro fisico che supera l’immaginario romantico legato a questi mandriani. Paolo Ferrari, decano tra i butteri, ha chiarito che il riconoscimento alle gare non riguarda capacità economiche, ma il frutto di anni di dedizione. Il mestiere spesso inizia molto presto: alle 4 del mattino si monta a cavallo e si affrontano le sfide quotidiane di tenere insieme il bestiame. Un impegno che tende a tramandarsi di padre in figlio, mantenendo vivo un patrimonio culturale e professionale.

Anche chi svolge questo ruolo senza abbandonare le tecniche moderne definisce questa attività un legame profondo con il territorio e gli animali. La passione per il lavoro si traduce in cura e rispetto, aspetti fondamentali affinchè la tradizione continui a sopravvivere in tempi segnati da cambiamenti e nuove esigenze.

Dimostrazioni di falconeria e patrimonio culturale

Durante la mostra, oltre alla sfida tra i butteri, si sono svolte dimostrazioni di falconeria con rapaci diurni e notturni. Questa pratica antica, tutelata come patrimonio culturale immateriale dall’UNESCO, ha attirato l’attenzione del pubblico. I rapaci, addestrati a volare in libertà e a eseguire manovre in volo, mostrano tecniche di caccia e controllo sul territorio che affondano le radici in secoli di tradizioni.

La falconeria rappresenta un ponte tra passato e presente, una disciplina che unisce conoscenze pratiche e rispetto per la natura. La sua presenza alla mostra arricchisce un evento già ricco di elementi legati alla ruralità, offrendo spunti per conoscere aspetti meno noti della cultura italiana legata agli ambienti rurali e alla gestione sostenibile del territorio.

Il pomeriggio della Mostra Agricola Campoverde ha così unito sport, cultura e tradizioni storiche in un contesto dove la fatica di un lavoro antico si misura con il valore della memoria e della biodiversità. L’appuntamento, aperto fino a domenica 27 aprile e poi da giovedì 1 maggio a domenica 4 maggio, conferma l’interesse crescente verso attività agricole vissute come patrimonio collettivo e identitario.

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