Il Circo Maya Orfei Madagascar, noto per i suoi spettacolari show, nasconde un dramma inaspettato che è emerso a seguito di un’operazione dei carabinieri il 5 dicembre 2024. Le indagini hanno rivelato un sistema di sfruttamento del lavoro, caporalato e violazioni dei diritti umani. La vicenda si intreccia con una serie di eventi che hanno messo in luce le terribili condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti, molti dei quali si trovavano in una situazione di irregolarità.
Una realtà sconvolgente dietro le quinte
L’irruzione delle forze dell’ordine al Parco della Pellerina ha fatto emergere un duro sistema di sfruttamento che coinvolgeva 14 lavoratori, tra cui almeno quattro provenienti dall’India. Questi lavoratori vivevano in un caravan in condizioni estremamente precarie, in spazi angusti e condivisi. L’alloggio comprendeva cinque stanze, con letti a castello, un solo bagno e una cucina comune, il tutto in contrasto con qualsiasi standard dignitoso di vita.
Le condizioni lavorative erano altrettanto allarmanti. Gli stipendi si aggiravano tra i 180 e i 250 euro a settimana per turni di lavoro che duravano circa dieci ore al giorno, sette giorni su sette. I lavoratori non avevano diritto a giorni di riposo, ferie o permessi, costretti a spendere parte del loro misero stipendio per coprire le spese del caravan. In aggiunta, l’assenza di dispositivi di protezione individuale ha esposto i dipendenti a gravi rischi sul lavoro, aumentando la precaria situazione in cui operavano.
L’incidente che ha svelato l’oscuro sistema
Le indagini sono state avviate dopo un drammatico incidente avvenuto il 26 aprile 2023 a Genova, quando un lavoratore, impegnato nello smontaggio del tendone, è caduto da un’altezza di circa 20 metri. Questo infortunio, già tragico, è stato ulteriormente aggravato dal tentativo di insabbiamento del fatto: testimonianze hanno riferito che il lavoratore ferito fu spostato dal luogo dell’incidente e ripulito, per far sembrare la caduta una semplice fatalità.
L’episodio ha attivato una serrata indagine che ha portato alla luce un sistema di sfruttamento ben radicato nel circo. I carabinieri hanno rilevato l’assenza di normali protocolli di sicurezza, mettendo in discussione le pratiche di gestione del lavoro all’interno del circo, ponendo la questione della tutelabilità e sicurezza dei lavoratori.
Azioni legali e misure cautelari
L’operazione dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro, in collaborazione con il Comando Provinciale di Torino, ha portato al sequestro non solo del tendone del circo, ma anche della ditta circense, di 67 mezzi e di alcuni conti correnti. Il titolare del circo è stato accusato di caporalato, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, venendo colpito da una misura cautelare con obbligo di dimora. La sospensione delle attività del circo, previsto fino al 6 gennaio 2025, avrebbe messo un freno alla realizzazione di ulteriori spettacoli, evidenziando l’urgente necessità di riforme nel sistema di controllo del lavoro in Italia.
Nonostante i tentativi di ottenere una risposta da parte del Circo Maya Orfei Madagascar, la dirigenza ha preferito mantenere il silenzio, un atteggiamento che amplifica la gravità di una situazione che ha suscitato indignazione tra le organizzazioni per i diritti lavorativi e fra la società civile. Le dichiarazioni da parte di attivisti e associazioni per la tutela dei lavoratori migranti evidenziano un bisogno urgente di affrontare e risolvere queste gravi problematiche di sfruttamento.
Riflessioni sulle falle del sistema di controllo
L’intera vicenda ha portato a interrogativi sulla capacità del sistema di vigilanza italiana di prevenire e combattere fenomeni di sfruttamento lavorativo. È impensabile che situazioni così drammatiche possano rimanere nell’ombra, lontane dagli occhi delle autorità. La necessità di rafforzare le ispezioni nel campo del lavoro, accompagnata da iniziative di sensibilizzazione sui diritti dei lavoratori, diventa sempre più evidente, specialmente per coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità, come i migranti e le persone irregolari. Un cambio di rotta è urgente, affinché fatti come questi non si ripetano in futuro.
Ultimo aggiornamento il 6 Dicembre 2024 da Marco Mintillo