Nella mattinata del 7 agosto, Roma ha assistito all’inizio delle operazioni di sgombero dei terreni previsti per la costruzione del nuovo stadio della A.S. Roma. L’area, situata in via degli Aromi 7 a Pietralata, è stata teatro di un’azione che segna un’importante fase per un progetto molto atteso dall’amministrazione capitolina e dai tifosi della squadra. Le autorità hanno avviato un processo che coinvolge non solo forze dell’ordine, ma anche tecnici comunali e servizi sociali, per affrontare una situazione delicata e complessa.
L’arrivo della polizia e la notifica delle ordinanze
La presenza della polizia locale
L’operazione di sgombero è stata condotta da un contingente di circa venti agenti della polizia locale di Roma Capitale, provenienti dal Gruppo IV Tiburtino e dal SERVIZIO di sicurezza pubblica ed emergenziale . Al loro arrivo, gli agenti hanno notificato le ordinanze di sgombero alle persone presenti sui terreni destinati alla costruzione dello stadio. Questo passaggio è fondamentale in quanto segna la transizione da un progetto su carta a un intervento concreto sul territorio.
Le reazioni degli occupanti
Solo quattro persone erano presenti al momento dell’intervento, tre uomini e una donna, tutti sulla sessantina, tra cui Fabiana Ciciriello, una delle proprietarie dei terreni. In un’intervista rilasciata all’agenzia LaPresse, Ciciriello ha espresso la sua preoccupazione per la situazione, affermando: “Non sappiamo cosa ci aspetta adesso. Nessuno ci ha avvisato e non sappiamo dove andare.” La preoccupazione per il futuro è palpabile, poiché le incertezze rendono difficile pianificare una soluzione adeguata.
L’esito del ricorso e le prospettive del progetto
La decisione del Consiglio di Stato
Nonostante i tentativi dei proprietari di opporsi allo sgombero, la situazione ha preso una piega sfavorevole per loro. Il 5 agosto, infatti, il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso contro la decisione del Comune di Roma, permettendo così l’avvio delle operazioni di sgombero. Questa decisione rappresenta un significativo passo in avanti per il progetto del nuovo stadio, che è visto come una priorità da parte dell’amministrazione comunale e della proprietà della A.S. Roma.
Un progetto atteso dai tifosi e dalla città
Il progetto dello stadio è stato ufficialmente svelato il 24 luglio e ha generato un grande interesse da parte dell’opinione pubblica. Durante un incontro cruciale tra Ryan Friedkin, figlio del proprietario del club Dan Friedkin, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, sono stati discussi dettagli chiave del piano, tanto atteso non solo dai tifosi della Roma, ma anche da chi vede nello stadio un’opportunità per lo sviluppo della zona e dell’intera città.
La gestione della situazione sociale e l’assistenza agli occupanti
L’intervento dei servizi sociali
In corso di operazione, oltre agli agenti della polizia locale, erano presenti anche tecnici del Comune e rappresentanti dei servizi sociali del IV Municipio, insieme alla Sala Operativa Sociale di Roma Capitale. La loro presenza dimostra l’intenzione delle autorità non solo di procedere con lo sgombero, ma anche di garantire che le persone coinvolte ricevano l’assistenza necessaria in una fase così critica.
La proposta di ricorso post-sgombero
Tra le opzioni discusse dagli occupanti c’è anche quella di presentare un ricorso legale dopo essere stati sgomberati. Questo aspetto riporta al centro della discussione la complessità delle questioni legali legate alla proprietà della terra e ai diritti degli occupanti, che intendono far sentire la loro voce anche in seguito alle decisioni amministrative che riguardano il futuro del loro terreno e della loro vita.
Il cammino verso il nuovo stadio della Roma è tracciato, ma quali saranno le implicazioni di questo sgombero sulla comunità locale e sull’andamento del progetto rimane un tema aperto, da seguire con attenzione nel prossimo futuro.
Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2024 da Donatella Ercolano