Un grave episodio di violenza ha scosso Monreale, comune alle porte di Palermo, dove una rissa tra gruppi di giovani è finita con tre morti e due feriti. Il 19enne palermitano Salvatore Calvaruso è stato fermato con l’accusa di strage, porto e detenzione illegale di arma da fuoco. Le forze dell’ordine hanno avviato un’intensa attività investigativa per rintracciare gli altri coinvolti, concentrandosi soprattutto sul quartiere Zen e sul rione Borgo Nuovo di Palermo.
Il contesto della rissa e i fatti accaduti a monreale
La tragedia si è consumata durante una lite degenerata in violenza armata. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti e le testimonianze raccolte sul posto, almeno cinque giovani provenienti dallo Zen, insieme forse ad altri del Borgo Nuovo, hanno preso parte alla zuffa. La contesa è culminata con l’intervento di Calvaruso, il quale avrebbe sparato causando la morte di tre persone e ferendo altre due. La dinamica dell’aggressione è ancora al vaglio degli investigatori che hanno visionato filmati e ascoltato numerosi testimoni per stabilire con precisione le responsabilità e il ruolo di ogni partecipante.
Le indagini e il ruolo del nucleo investigativo di monreale
Dai primi momenti dopo la sparatoria, i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Monreale si sono messi alla ricerca dei complici e delle armi utilizzate. Le indagini puntano a individuare i responsabili che avrebbero avuto un ruolo attivo o di supporto nella rissa, alcuni dei quali potrebbero essersi dileguati subito dopo l’evento. Le perquisizioni stanno coinvolgendo abitazioni nelle zone di provenienza dei sospettati, principalmente nel quartiere Zen e nel Borgo Nuovo. Al momento si ipotizza che le armi siano state abbandonate durante la fuga, lungo un percorso di circa 15 chilometri tra Palermo e Monreale.
Ipotesi degli investigatori sul nascondiglio delle armi
Gli investigatori considerano possibile che i giovani coinvolti, consapevoli della gravità della situazione, abbiano deciso di liberarsi delle armi nel tragitto di ritorno verso Palermo. Il percorso di quasi 15 km rappresenta un’area vasta dove cercare tracce di pistole o fucili usati nella rissa mortale. Sono in corso setacciamenti e analisi dei luoghi lungo questa strada, anche con l’ausilio di unità cinofile specializzate nel ritrovamento di armi da fuoco o residui di munizioni. La ricerca di questi strumenti è fondamentale per consolidare il quadro probatorio e impedire ulteriori spargimenti di sangue.
L’impatto sui quartieri palermitani coinvolti e la risposta delle autorità
L’episodio ha suscitato preoccupazione nei quartieri Zen e Borgo Nuovo, già segnati da fenomeni di disagio sociale e maggiore attenzione delle forze dell’ordine. Le ricerche in corso e la presenza massiccia di militari puntano a ricostruire con precisione la rete di relazioni tra i giovani implicati nella rissa. L’azione delle autorità con perquisizioni e interrogatori vuole interrompere eventuali circuiti criminali legati alle armi e a scontri tra gruppi giovanili. La comunità segue con apprensione gli sviluppi, mentre le forze dell’ordine intensificano i controlli per prevenire altri episodi simili nel territorio.