L’incontro Med24, intitolato “Pellegrini di speranza, costruttori di pace“, si è concluso oggi a Tirana, Albania, segnando la quarta tappa di una serie di convegni destinati a promuovere la pace e il dialogo fra diverse culture nel Mediterraneo. Questo evento si inserisce all’interno di un singolare percorso iniziato nei mesi scorsi in città come Bari, Firenze e Marsiglia. A dieci anni dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Albania, l’incontro ha raccolto quasi cinquanta giovani provenienti da diverse località, per un’occasione di approfondimento e condivisione.
Giovani per la pace: un messaggio di fraternità
La riflessione principale di questo incontro ha riguardato l’importanza della fraternità come risposta ai conflitti e alle indifferenze. Durante il convegno, i partecipanti, di età compresa tra i 20 e i 35 anni e rappresentanti di culture e fedi diverse, sono stati invitati a unirsi nella costruzione di un futuro più solidale. Un videomessaggio di Papa Francesco ha particolarmente colpito i partecipanti, sottolineando il ruolo fondamentale della fraternità per affrontare le attuali sfide sociali e politiche.
Arjan Dodaj, arcivescovo di Tiranë-Durrës, ha definito l’Albania come un laboratorio di pace, dove l’esperienza interreligiosa rappresenta una risorsa essenziale. La partecipazione attiva di numerosi albanesi, che hanno aperto le porte delle loro case per accogliere i giovani, ha creato una rete di significativi legami umani. La giovane albanese Lenida ha sottolineato l’entusiasmo con cui è stata affrontata questa esperienza, descrivendo l’ospitalità ricevuta e l’impegno collettivo di rendere speciale questo incontro.
La forza del dialogo interreligioso e culturale
Il Med24 ha offerto anche un’importante opportunità di dialogo tra leader religiosi, accademici e figure politiche, inclusi membri del governo albanese. Questo scambio è stato facilitato da visite a importanti luoghi di culto e siti culturali, dove i partecipanti hanno potuto confrontarsi sulle tematiche come la pace e il dialogo interreligioso. Rasha, una laureata in Scienze dell’educazione proveniente da Damasco, ha messo in evidenza il valore di queste interazioni come mezzo per superare le barriere create da differenti religioni e culture.
La varietà religiosa dell’Albania, con le sue moschee e cattedrali, è stata un fattore chiave nelle discussioni, permettendo ai giovani di immergersi in un ambiente dove è valorizzato il dialogo. Essa ha contribuito a creare un contesto fertile per condividere esperienze ed opinioni, rafforzando l’idea che la comunicazione umana autentica può rifiutare violenza e conflitti.
Il futuro della fraternità e l’impegno collettivo
La chiusura del Med24 ha visto i partecipanti riflettere sui temi affrontati durante la settimana e formulare un elenco di impegni personali e collettivi. L’intento evidente è quello di mantenere vive lezione apprese e il senso di fraternità che ha contraddistinto l’intero evento. L’impegno per un mondo più giusto e pacifico è emerso come una priorità, sostenuto da un messaggio chiaro: “La fraternità è qualcosa che si vive”.
L’interazione tra i partecipanti, così come il contatto diretto con le realtà albanesi, ha dimostrato come queste esperienze possano lasciare un segno duraturo nella vita dei giovani, promuovendo una maggiore consapevolezza rispetto alle sfide contemporanee. Il Med24 ha rappresentato un’importante occasione per consolidare legami e costruire una rete di pace tra le varie generazioni, contribuendo a formulare un nuovo dialogo per il futuro del Mediterraneo.