Siccità in Italia: La Puglia e l'emergenza idrica nel 2025

Siccità in Italia: La Puglia e l’emergenza idrica nel 2025

Nel 2025, la Puglia affronta una grave crisi idrica che minaccia l’agricoltura, con perdite economiche stimate fino a 1,4 miliardi di euro e necessità urgenti di interventi strategici.
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Siccità in Italia: La Puglia e l'emergenza idrica nel 2025 - Gaeta.it

Nel 2025, le previsioni sulle risorse idriche in Italia si fanno sempre più preoccupanti, con particolare riferimento alla Puglia, una delle regioni più colpite dalla siccità. I dati sulle precipitazioni scarse e sulla riduzione dei livelli dei fiumi pongono l’accento su una crisi che minaccia gravemente l’agricoltura. Analizziamo la situazione attuale e le potenziali conseguenze sulle coltivazioni, con il supporto di esperti e dati ufficiali.

La situazione in Puglia: una crisi in corso

In Puglia, il problema idrico si fa sentir con particolare intensità. L’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue ha evidenziato come il mancato avvio della stagione irrigua avrà un impatto significativo sull’economia agricola, specialmente nella provincia di Foggia. Le proiezioni parlano di danni economici che potrebbero arrivare a 1,4 miliardi di euro su un fatturato totale di circa 7 miliardi. Questo scenario drammatico non si limita a un’analisi quantitativa, ma rappresenta un colpo per molte fasce di produttori agricoli che, senza l’acqua necessaria, vedranno compromessa la loro attività.

L’irrigazione, fondamentale per il settore agricolo, è sotto forte stress. La Puglia, che è responsabile dell’11% della coltivazione di cereali a livello nazionale, si trova ad affrontare livelli di approvvigionamento che non consentono di supportare le colture. In particolare, il direttore generale del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, Francesco Santoro, ha messo in guardia sui rischi per la produzione di pomodori, per la quale si prevede una contrazione della produzione del 30% rispetto all’anno precedente.

Le conseguenze per la produzione agricola

Con la scarsità d’acqua, la situazione è critica anche per il grano duro. Oltre ai danni diretti, il calo delle produzioni di pomodoro da industria e grano duro ha ripercussioni economiche e lavorative. La Giunta Regionale ha preso atto della crisi approvando una delibera che mette in evidenza dati inquietanti sulla situazione idrica. Ad esempio, l’invaso di Occhito, il più significativo della regione, presenta attualmente solo 55 milioni di metri cubi d’acqua, ben al di sotto dei 144,578 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Questa risorsa sarà limitata all’uso potabile, lasciando poco margine per l’irrigazione agricola.

La carenza delle risorse idriche mette in grave difficoltà i 140mila ettari di superfice agricola irrigata. Gli agricoltori, sebbene siano consapevoli della drammaticità della situazione, rimangono cauti sulle possibili stime economiche, auspicando piogge benefiche che possano riportare il livello idrico nella norma.

Approfondimento sullo stress idrico

Luca Lazzaro, presidente di Confagricoltura Puglia, ha delineato un quadro chiaro della situazione: i costi aumentano mentre la produzione decresce di oltre il 50% rispetto agli standard normali. La crisi idrica rappresenta una problematica storica per la Puglia, caratterizzata da politiche irrigue spesso inadeguate. La difficoltà di approvvigionamento idrico, unita a investimenti insufficienti nelle infrastrutture, richiede interventi urgenti.

La società Acqua del Sud, partecipata dal Ministero dell’Economia, sta tentando di affrontare la situazione mediante investimenti, ma gli attuali pozzi d’acqua sono già sotto pressione e la salinità aumenta. L’efficacia delle opere dipende anche dalla manutenzione delle reti idriche, che spesso presentano percentuali significative di dispersione. Ad esempio, in provincia di Taranto, si stima che il 60% dell’acqua immessa nei condotti venga perduto. Per garantire l’irrigazione, sono necessari investimenti di circa 3 milioni di euro per rifare le condotte irrigue.

La crisi idrica a livello nazionale

Su scala nazionale, la siccità sta avendo conseguenze drammatiche non solo al sud, ma su tutto il territorio. Secondo l’analisi del Copernicus Climate Change Service, invasi in Sardegna, Sicilia e Puglia contengono dal 3 al 15% di acqua in meno rispetto all’anno precedente. La scarsità d’acqua, insieme a una gestione inefficiente delle risorse, ha reso il sistema idrico vulnerabile ai cambiamenti climatici.

Un rapporto dell’ISPRA evidenzia che la crisi non è solo meteorologica, ma strutturale, con infrastrutture obsolete e amministrazioni che faticano a gestire le emergerenze. Sono 525 le grandi dighe esistenti in Italia, ma molte di esse non sono completamente funzionanti, aggravando la carenza idrica. In ben 468 grandi invasi strategici, il volume d’acqua disponibile è inferiore rispetto alle necessità, e la manutenzione inadeguata contribuisce a compromettere ulteriormente la qualità e la quantità dell’acqua.

L’urgente necessità di strategie efficaci

Di fronte a questa complessa situazione, sono urgenti interventi strategici. Secondo gli esperti, è fondamentale che le acque depurate vengano reimpiegate per l’agricoltura, e che le infrastrutture idriche siano ristrutturate per eliminare le perdite. Si propone inoltre un uso più sistematico dei dissalatori per incrementare le risorse disponibili.

Un cambiamento radicale nella gestione della risorsa idrica è essenziale per garantire un futuro sostenibile, non solo per l’agricoltura, ma anche per la popolazione e l’ambiente. La strategia deve integrare innovazioni tecniche, coordinamento tra enti e una manutenzione periodica delle strutture esistenti, per contrastare la sempre più presente minaccia della scarsità d’acqua nel nostro paese.

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