Il Veneto si trova a vivere un mese di giugno particolarmente favorevole dal punto di vista meteorologico, con piogge significativamente superiori rispetto alla media storica. Secondo i dati forniti dall’ANBI, il mese ha registrato precipitazioni superiori del 34% rispetto alla media ventennale, portando un sollievo per le risorse idriche della regione. Questa situazione contrasta nettamente con quella dell’anno precedente, caratterizzata da gravi fenomeni di siccità.
Precipitazioni e temperature: un mese di giugno sotto la pioggia
I numeri delle precipitazioni
Nel dettaglio, il mese di giugno ha visto una registrazione totale di 129 millimetri di pioggia, un dato che si discosta in modo evidente dalla media storica che si attesta a circa 96 millimetri. Questo incremento non solo ha rifornito i bacini idrici del Veneto, ma rappresenta anche un segnale positivo per l’agricoltura, che aveva sofferto in passato a causa della scarsità di acqua.
Un clima più mite e i ghiacciai
In parallelo alla variazione delle precipitazioni, le temperature sono rimaste allineate alla norma, secondo le medie degli ultimi 30 anni. A fine giugno, i ghiacciai delle Dolomiti, tra cui la celebre Marmolada, non solo non hanno subito danni dovuti al caldo eccessivo, ma sono rimasti in gran parte coperti da neve invernale. Inoltre, si sono registrate nevicate in quota, superiori ai 20 centimetri, che hanno contribuito a mantenere vive le risorse idriche.
Il benessere delle riserve idriche
Livelli delle falde e bacini montani
I dati sulle falde sotterranee sono altrettanto incoraggianti; attualmente, le riserve sono in gran parte superiori alla media degli ultimi 20 anni. L’ANBI ha stimato che molte zone idriche nel centro-nord del Veneto si trovano al 95esimo percentile rispetto ai dati storici, segnalando livelli di riserva decisamente superiori alla media. Tuttavia, è interessante notare che il veronese rappresenta un’eccezione in questo quadro, con riserve idriche più basse rispetto agli altri territori.
I principali bacini idrici
Anche i principali bacini montani, come quelli dell’Adige, del Brenta e del Piave, presentano una situazione di stabilità e abbondanza. In particolare, il bacino dell’Adige conta circa 390 milioni di metri cubi d’acqua disponibili; il Piave segna 145 milioni di metri cubi, corrispondenti all’86% della sua capacità totale; infine, il bacino del Brenta si attesta a ben 38 milioni di metri cubi, un impressionante 99% della capacità.
Il ruolo dell’ANBI e dei consorzi di bonifica
Gestione delle risorse idriche
L’ANBI Veneto, l’Associazione Regionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, rappresenta i 11 Consorzi di bonifica della regione, che giocano un ruolo fondamentale nella gestione delle risorse idriche e nella protezione del suolo. Questi consorzi lavorano in sinergia con le istituzioni locali per garantire una gestione oculata delle acque, promuovendo soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide legate al clima e all’agricoltura.
Strategia per la prevenzione della siccità
In un contesto dove il cambiamento climatico solleva preoccupazioni crescenti, le azioni intraprese dall’ANBI e dai consorzi di bonifica diventano cruciali. Attraverso un monitoraggio costante delle condizioni climatiche e idriche, si possono predisporre misure preventive per evitare situazioni di carenza d’acqua in futuro. Questi sforzi non solo aiutano a tutelare il patrimonio naturale del Veneto, ma supportano anche il settore agricolo, fondamentale per l’economia locale.