Sicurezza informatica in azienda: come gestire i rischi legati ai dipendenti infedeli

Il monitoraggio dei dispositivi informatici dei dipendenti è in crescita per prevenire furti di dati aziendali, con procedure di analisi forense e normative che tutelano la privacy lavorativa.
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Sicurezza informatica in azienda: come gestire i rischi legati ai dipendenti infedeli - Gaeta.it

Il monitoraggio dei dispositivi informatici dei dipendenti sta diventando una prassi sempre più comune nelle aziende. Questo fenomeno, noto come “dipendente infedele”, coinvolge spesso ex lavoratori che rubano dati aziendali per rivenderli o per avviare una propria attività in concorrenza. In questo articolo, esploreremo i motivi, le procedure di analisi informatica e le normative che regolano questa delicata tematica.

Dipendenti infedeli: un rischio crescente per le aziende

Il fenomeno dei dipendenti infedeli è un problema che colpisce molte aziende, portando a gravi conseguenze economiche e reputazionali. Le motivazioni che spingono un dipendente a violare la fiducia aziendale possono variare: dalla ricerca di un guadagno economico immediato all’insoddisfazione lavorativa. Non è raro che un dipendente, dopo anni di appartenenza a una società, decida di appropriarsi di informazioni riservate, come database, progetti in fase di sviluppo o tecnologie proprietarie.

Alcuni ex dipendenti, prima di lasciare, possono pianificare attentamente il furto di dati, raccogliendo informazioni utili che possono essere sfruttate in una nuova attività lavorativa. Questo comportamento può avvenire soprattutto nei periodi di dimissioni, quando il dipendente è già in contatto con la concorrenza o potrebbe essere tentato di utilizzare risorse aziendali a proprio favore. Per gestire questi rischi, molte aziende stanno investendo in investigazioni interne, rivolgendosi a esperti di Informatica forense.

L’importanza dell’informatica forense

L’analisi dei computer dei dipendenti avviene attraverso procedure di Informatica forense, un campo che si occupa di raccogliere, analizzare e presentare dati digitali in modo tale da fornire prove in caso di furto o abuso di informazioni. Interventi tempestivi di consulenti esperti sono cruciali per verificare se ci sono stati accessi non autorizzati o trasferimenti illeciti di dati.

La prima fase del processo prevede la creazione di una copia bit a bit dei dispositivi sospetti, che consente di garantire che le informazioni originali rimangano inalterate. Una volta effettuata la clonazione, si procede con l’indicizzazione e la categorizzazione dei dati, facilitando l’analisi. Durante questa fase, gli esperti possono applicare filtri per individuare attività sospette, come l’invio di dati riservati o l’uso di dispositivi USB per il trasferimento di file.

Questi accertamenti sono fondamentali non solo per rilevare il furto di dati, ma anche per comprendere lo storico delle azioni del dipendente all’interno della rete aziendale. La documentazione e l’analisi delle prove raccolte possono risultare decisive in caso di contenzioso legale.

Normative vigenti in Italia per il monitoraggio dei dipendenti

In Italia, il monitoraggio dell’attività dei dipendenti è soggetto a rigorose normative per proteggere la privacy dei lavoratori. Il GDPR , in vigore in tutta l’Unione Europea, stabilisce che il trattamento dei dati personali deve essere giustificato da un legittimo interesse. Le aziende devono garantire trasparenza nei processi di monitoraggio e informare i dipendenti sugli scopi e le modalità di tale sorveglianza.

In aggiunta, l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori vieta il controllo a distanza delle attività lavorative senza un accordo collettivo con i sindacati o un’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. Tuttavia, è possibile attuare sistemi di monitoraggio che non mirano a controllare direttamente l’attività lavorativa, a patto di fornire un’informativa chiara ai lavoratori. Di conseguenza, l’analisi dei dispositivi utilizzati può avvenire, a patto che le verifiche siano condotte solo in circostanze particolarmente anomale e non sul lavoro quotidiano del dipendente.

Configurare Windows per il monitoraggio delle attività

Un aspetto importante per le aziende che desiderano monitorare le attività dei dipendenti riguarda la configurazione dei sistemi operativi in uso, come Windows. Sebbene Windows non disponga di un’opzione integrata per il log delle attività di copia dei file, ci sono modi per attivare funzionalità che permettano di registrare eventi sui file.

Per configurare l’audit di sicurezza, è necessario attivare alcune impostazioni nel Group Policy. Per fare ciò, gli amministratori di sistema possono seguire specifiche istruzioni, come l’attivazione dell’opzione di Audit object access. Questa opzione consente di monitorare l’accesso a file e directory specifiche.

In alternativa, per chi possiede competenze tecniche più avanzate, è possibile realizzare script in PowerShell per monitorare modifiche o attività all’interno di directory specifiche. Tali script possono registrare eventi come creazione, modifica o eliminazione di file. Per chi non ha le competenze necessarie, molte soluzioni di intelligenza artificiale possono fornire assistenza nella creazione di script personalizzati per la registrazione delle attività desiderate.

Ultimo aggiornamento il 28 Settembre 2024 da Armando Proietti

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