Sicurezza stradale nell'unione europea: calano le vittime, ma l'italia resta indietro

Sicurezza stradale nell’unione europea: calano le vittime, ma l’italia resta indietro

Nel 2024, l’Unione Europea registra 19.800 incidenti mortali stradali, con un calo del 3%. L’Italia supera la media europea e deve intensificare gli sforzi per migliorare la sicurezza stradale.
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Sicurezza stradale nell'unione europea: calano le vittime, ma l'italia resta indietro - Gaeta.it

Nel 2024, il numero di incidenti mortali sulle strade dell’Unione europea si è attestato intorno alle 19.800 vittime, con una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. Questo calo è positivo ma non sufficiente, tanto che la Commissione europea ha deciso di rilanciare il programma per promuovere la sicurezza stradale. Questo nuovo sforzo mira a fare pressione sui Paesi che non hanno ancora raggiunto gli obiettivi prefissati. L’Italia, purtroppo, rientra fra le nazioni che continuano a registrare un numero elevato di vittime, superando il tasso medio europeo.

Dati italiani sulle vittime della strada

Secondo i dati preliminari per il 2024, l’Italia si colloca ben al di sopra della media europea, con 51 decessi ogni milione di abitanti. Sebbene il numero rimanga sostanzialmente stabile rispetto al 2023, il dato europeo ha visto una diminuzione complessiva. A confronto, dieci Stati membri dell’Unione, tra cui Francia, Spagna e Germania, presentano tassi di mortalità stradale inferiori alla media di 44 vittime ogni milione di abitanti. Accanto all’Italia, ci sono Paesi come Portogallo , Polonia e Grecia che segnalano tassi preoccupanti, ma la situazione italiana è particolarmente critica.

È interessante notare che il report pubblicato il 18 marzo dal Commissario per i trasporti, Apostolos Tzitzikostas, evidenzia come alcuni Paesi – tra cui Bulgaria, Danimarca e Polonia – siano sulla buona strada per centrare i propri obiettivi di riduzione della mortalità stradale entro il 2030. La Romania, che pur registrando una significativa diminuzione dei decessi, continua ad avere il tasso più alto nell’Unione. Questo mette in luce un panorama variegato nelle misure di sicurezza stradale applicate nei vari Stati dell’UE.

L’obiettivo della Commissione europea

L’unione europea ha fissato un obiettivo ambizioso di riduzione del 50% delle vittime e dei feriti gravi entro il 2030. Questo obiettivo fa parte del più ampio “Piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale” e del “Quadro politico sulla sicurezza stradale 2021-2030“, che include anche piani per azzerare le vittime stradali entro il 2050, noto come Vision Zero. Sebbene il numero di vittime italiane sia diminuito dell’8% rispetto alla media del periodo 2017-2019, i progressi restano insufficienti.

Il rapporto della Commissione del marzo 2023 ha messo in evidenza un pacchetto di proposte che mira a migliorare la situazione. Queste proposte includono un aggiornamento dei requisiti per il conseguimento delle patenti di guida e la creazione di un’efficace applicazione delle norme di circolazione transfrontaliera. Fra le novità più discusse ci sono la possibilità di rilasciare la patente di guida ai 17enni, purché accompagnati, e l’introduzione della patente B1 per i 16enni, considerata potenzialmente rischiosa da alcuni Paesi.

Proposte di modifica per migliorare la sicurezza

Le modifiche suggerite nella revisione della direttiva sulla sicurezza stradale includono controlli medici più severi per gli automobilisti sopra i 70 anni, per garantire che possano continuare a guidare in sicurezza. Inoltre, vengono proposte modifiche riguardanti il conseguimento della patente B, come l’aumento delle ore di guida obbligatorie. Queste azioni nascono dalla necessità di garantire un approccio più rigoroso alla formazione dei nuovi conducenti, nel tentativo di ridurre il numero di incidenti e, conseguentemente, le vittime della strada.

Le statistiche confermano l’urgenza di interventi concreti. I cambiamenti proposti sono un passo nella direzione giusta e mirano a una significativa riduzione degli incidenti stradali. Tuttavia, affinché le misure abbiano un impatto reale, è necessario un impegno deciso da parte di tutti i Paesi membri, Italia inclusa. L’attenzione deve rimanere alta, perché ogni vita salvata può fare la differenza.

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