Nel dibattito sulla sicurezza nei cantieri, la realtà del tunnel del Brennero offre spunti di riflessione significativi. Marco Nardini, segretario generale della Fillea Cgil del Trentino Alto Adige, mette in luce un contrasto evidente tra i bilanci degli incidenti sul lavoro in Austria e in Italia. Questa situazione interessante pone interrogativi sulla gestione della sicurezza e delle pratiche lavorative in contesti così ravvicinati.
Incidenti sul lavoro: un confronto tra Austria e Italia
Il bilancio degli incidenti sul lavoro nel cantiere del tunnel del Brennero offre una prospettiva preoccupante. Secondo Nardini, in territorio austriaco si registrano cinque morti dall’inizio dei lavori, tre dei quali solo nell’ultimo anno. In confronto, sul versante italiano la situazione è nettamente diversa: zero decessi. Questa disparità solleva interrogativi sulle pratiche e sulle norme di sicurezza adottate nei due contesti. Nonostante l’Italia sia frequentemente etichettata come un paese ad alto rischio di infortuni mortali, al Brennero, la sicurezza sembra avere avuto la meglio.
Il segretario della Fillea Cgil sottolinea che un fattore determinante di questo risultato è la presenza costante del sindacato all’interno del cantiere. Nardini afferma che il sindacato è presente 24 ore su 24, con accesso diretto al tunnel, e collabora con i lavoratori e l’azienda per monitorare la situazione. Questo sistema di controllo e comunicazione non è solo un fattore positivo, ma diventa imprescindibile per garantire la sicurezza dei lavoratori in un contesto di elevato rischio.
Protocollo di sicurezza: un approccio condiviso
Un altro elemento cruciale per la sicurezza dei lavoratori nel tunnel è l’implementazione di protocolli di sicurezza. Nardini indica che sono stati realizzati accordi sia con la prefettura locale, sia con l’impresa incaricata e il ministero dei trasporti. Tali protocolli hanno lo scopo di garantire la protezione dei lavoratori in un ambiente tanto complesso quanto pericoloso. Inoltre, i lavoratori stessi hanno eletto un rappresentante per la sicurezza, Angelo Taita, che funge da collegamento tra i dipendenti e l’azienda, permettendo una comunicazione efficace e tempestiva delle emergenze.
Questa collaborazione tra sindacato, lavoratori e azienda non solo migliora le condizioni di lavoro, ma contribuisce anche a creare un ambiente più sicuro in cui operare. Le riunioni frequenti tra lavoratori e datori di lavoro sono opportunità fondamentali per affrontare questioni di sicurezza e lavorare su soluzioni pratiche.
Differenze strutturali nel lavoro quotidiano
Le pratiche lavorative nei cantieri italiani e austriaci sono segnate da notevoli differenze, a partire dalle ore di lavoro. Nardini sottolinea che in Austria gli operai lavorano per dodici ore al giorno, un modello che prevede un carico di lavoro superiore rispetto allo standard italiano. Durante le operazioni di volata, che comportano la preparazione dell’esplosivo per l’abbattimento della parete di roccia, il lavoro sul lato italiano viene sospeso. Al contrario, sul versante austriaco, altre operazioni continuano come previsto.
Queste differenze nel modo di approcciare il lavoro possono influenzare non solo il carico di lavoro, ma anche le modalità di gestione della sicurezza. Mentre in Italia si sospendono altre attività per concentrare le risorse sulla sicurezza, in Austria sembra prevalere un approccio più flessibile, che potrebbe comportare rischi ulteriori.
Il ruolo del sindacato e delle contrattazioni
Infine, il ruolo del sindacato emerge come un tema centrale nelle discussioni sulla sicurezza. Nardini fa notare che in Austria la presenza del sindacato nei luoghi di lavoro è praticamente assente. Gli incontri tra sindacati e aziende avvengono, ma non sono sempre autorizzati all’interno del cantiere. Questo limita la capacità del sindacato di agire come intermediario e difensore dei diritti dei lavoratori.
In Italia, con un incidente mortale, le reazioni sindacali sarebbero immediate e incisive, con la possibilità di uno sciopero generale. In Austria, infatti, la differenza nei rapporti di forza diventa evidente: si percepisce una maggiore influenza delle imprese. Nardini menziona che l’unico punto in comune tra i due versanti è la Bbt, l’ente appaltante del progetto, che mostra apertura nei confronti delle problematiche sindacali, rappresentando una rarità nel panorama austriaco.
Questo confronto tra le modalità di lavoro in Italia e in Austria al tunnel del Brennero invita a riflettere sull’importanza della sicurezza nei cantieri e sull’effettiva protezione dei diritti dei lavoratori. Le esperienze e le pratiche adottate in ciascun paese forniscono lezioni preziose su come migliorare la situazione attuale e garantire un ambiente lavorativo più sicuro e responsabile.