Sicurezza sul lavoro: l'emergenza continua tra incidenti e mancanza di controlli

Sicurezza sul lavoro: l’emergenza continua tra incidenti e mancanza di controlli

La sicurezza sul lavoro in Italia è in crisi, con un aumento allarmante di incidenti e morti. Mancano formazione adeguata e controlli efficaci, mentre le richieste di cambiamento si intensificano.
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Sicurezza sul lavoro: l'emergenza continua tra incidenti e mancanza di controlli - Gaeta.it

La sicurezza sul lavoro in Italia è diventata una questione di emergenza, affrontata spesso con insufficienti misure preventive e controlli. La cronaca recente ha messo in luce come il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro stia crescendo in maniera preoccupante. La mancanza di formazione adeguata e di controlli efficaci contribuisce a un quadro francamente allarmante, a fronte delle diverse richieste che emergono da sindacati e associazioni. Inoltre, la mappa del rischio nei luoghi di lavoro è ben nota, ma purtroppo i provvedimenti concreti tardano ad arrivare.

I dati allarmanti sugli incidenti sul lavoro

Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato una crescente ondata di incidenti sul lavoro, con un numero sempre maggiore di morti. Stando ai dati forniti dall’Ispra, ci sono 974 stabilimenti considerati “a rischio” e 756 comuni coinvolti in questa problematica. I controlli eseguiti dall’ente sono scarsi e avvengono solo ogni tre anni, un intervallo inadeguato che non permette di garantire la sicurezza necessaria. Inoltre, il numero degli ispettori è ridotto a sole 6 unità per tutto il territorio nazionale, rendendo complicato e quasi impossibile garantire una vigilanza efficace.

Per illustrare la gravità della situazione, si può menzionare l’incidente avvenuto a Calenzano nel dicembre 2023, dove ben cinque operai hanno perso la vita in un’esplosione. L’ultima ispezione di quel sito risale al 2017, un tempo eccessivamente lungo per poter garantire nei luoghi di lavoro la sicurezza richiesta. L’incidente al porto di Genova, dove un operaio è stato schiacciato, ha scatenato la reazione immediata dei camalli, portando alla luce la necessità di creare nuove misure preventive. Il segretario della Uil Trasporti, Roberto Gulli, ha evidenziato come la vera prevenzione passi dalla formazione dei lavoratori, sottolineando la scarsità di investimenti in questo ambito.

Una scia di sangue che non si ferma

L’emergenza sicurezza si è intensificata nelle ultime ore, con tre nuovi operai morti, due in Sardegna e uno a Genova. I dati INAIL segnalano 890 morti sul lavoro nei primi dieci mesi del 2024, un incremento preoccupante rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con una media di quasi tre morti al giorno, il timore è di superare il triste record del 2023, che contava 1.041 vittime. Spesso, il dramma non si ferma qui, poiché i feriti sul lavoro ricevono meno attenzione mediatica e pubblica.

In un caso recente, si è verificato un incidente durante dei lavori di manutenzione all’Alta Velocità a Villa Cella, che ha portato a tre feriti. Dalle indagini è emerso che i turni di lavoro erano “inaccettabili”, ma è sorprendente come non si parli mai di errore umano in queste situazioni. In effetti, la narrazione dei fatti tende a trascurare le condizioni di lavoro reali, che spesso sono alla base degli incidenti.

L’appello alla responsabilità collettiva

La disperazione dei lavoratori emerge anche da uno striscione esposto dai camalli sul lungomare di Genova che recita: “Basta morti sul lavoro! Ci siamo rotti.” Questo messaggio, forte e chiaro, riflette il senso di impotenza di chi deve affrontare quotidianamente i rischi professionali. Colleghi della vittima Giovanni Macciò, 52 anni, hanno aggiunto: “Non puoi uscire di casa e non tornare più dalla tua famiglia, è inaccettabile.”

Anche diverse figure pubbliche si sono espresse su questo tema. L’arcivescovo di Matera, durante un funerale di uno dei lavoratori deceduti a Calenzano, ha espresso la sua frustrazione dicendo che è stanco di celebrare i funerali di chi muore sul posto di lavoro. Le belle parole, però, spesso si perdono nel vuoto delle promesse non mantenute. La storia della sicurezza sul lavoro in Italia è caratterizzata da tante dichiarazioni e ben pochi reali cambiamenti. A partire dal disastro di Seveso nel 1976, sono state promulgate diverse direttive per migliorare la sicurezza, ma i risultati ottenuti finora sono molto lontani da quelli auspicati.

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

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