Sicurezza urbana: critiche e proposte in risposta all'istituzione delle zone rosse a Trieste

Sicurezza urbana: critiche e proposte in risposta all’istituzione delle zone rosse a Trieste

A Trieste, il dibattito sulle zone rosse evidenzia la necessità di misure di sicurezza più efficaci e strutturate, affrontando anche le radici socio-economiche della criminalità e dell’insicurezza.
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Sicurezza urbana: critiche e proposte in risposta all'istituzione delle zone rosse a Trieste - Gaeta.it

Le recenti misure di sicurezza adottate a Trieste tramite l’istituzione di zone rosse hanno sollevato un acceso dibattito. Durante una conferenza stampa organizzata da diversi gruppi locali, i relatori hanno espresso preoccupazione riguardo all’efficacia di tali provvedimenti, evidenziando come possano rappresentare soltanto un modo per spostare i problemi senza reali soluzioni.

Le critiche alle zone rosse

Gianfranco Schiavone, rappresentante dell’Ics Consorzio Italiano di Solidarietà, ha aperto la discussione mettendo in evidenza la necessità di un approccio più ragionato alla sicurezza cittadina. Secondo lui, le zone rosse non sono altro che un escamotage che rischia di creare un’accumulo di problematiche nelle aree periferiche. Schiavone ha contestato l’idea che il controllo del territorio possa avvenire attraverso azioni che non affondano le radici nelle reali esigenze delle comunità. Per lui, l’enfasi su misure temporanee e appariscenti potrebbe alimentare sentimenti di insicurezza piuttosto che risolverli. La conferenza ha visto la partecipazione di diverse associazioni e partiti, tutti uniti nella richiesta di un cambio di rotta nelle politiche di sicurezza.

Urgenza di misure strutturali

Riccardo Laterza di Adesso Trieste ha rinforzato l’idea che le risposte a questioni complesse come la sicurezza non possano essere risolte con misure occasionali. La critica alle politiche attuali è stata chiara: i commercianti delle zone rosse hanno lamentato danni economici e una percezione di insicurezza in aumento. Laterza ha definito urgente una revisione del metodo di affrontare questi problemi, suggerendo che invece di interventi mirati e spot, sarebbe più saggio elaborare un intervento sistematico che possa produrre risultati duraturi. La mancanza di una visione integrata delle problematiche di sicurezza è percepita come un limite da superare.

L’importanza della prevenzione

Giorgio Sclip, rappresentante di Punto Franco, ha sottolineato l’importanza della prevenzione per migliorare il contesto di sicurezza. Sclip ha richiamato l’attenzione sull’importanza di costruire una rete di iniziative destinate a prevenire la criminalità piuttosto che limitarsi a misure reattive. Le sue proposte si concentrano sull’implementazione di programmi di abbellimento urbano, attività ricreative per i giovani e forme di socializzazione che possano abilitare un’interazione positiva tra cittadini e forze dell’ordine.

Povertà e migrazioni: questioni irrisolte

Nonostante il tema della sicurezza, è emerso un richiamo alla necessità di affrontare questioni più ampie legate alla povertà e alla gestione dei migranti. In una nota congiunta, i partecipanti hanno espresso preoccupazione per l’aumento della povertà sia economica che culturale, che colpisce anche le nuove generazioni. Queste problematiche sembrano essere state emarginate dalla politica locale e regionale, il che impedisce una gestione olistica delle sfide che la città deve affrontare. La mancanza di piani di accoglienza e di integrazione per i migranti ha esacerbato una situazione già complicata, spingendo a una riflessione su come le politiche sociali debbano evolversi per rispondere alle necessità dei cittadini.

Verso un’evoluzione delle politiche di sicurezza

La conferenza ha chiaramente evidenziato un consenso tra le varie organizzazioni sulla necessità di un approccio radicalmente diverso nella governance della sicurezza a Trieste. La chiamata a politiche sociali più efficaci e strutturate emerge come un punto cruciale per affrontare non solo la percezione di insicurezza ma anche le radici socio-economiche che alimentano tali paure. Il dibattito rimane aperto, con l’aspettativa che le autorità locali possano recepire queste istanze e orientare le proprie azioni di conseguenza.

Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2025 da Armando Proietti

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