Simona Capone chiede giustizia per Santo Romano: "Chi ha sbagliato paghi"

Simona Capone chiede giustizia per Santo Romano: “Chi ha sbagliato paghi”

Simona Capone, fidanzata di Santo Romano, chiede giustizia durante la prima udienza del processo per l’omicidio del giovane calciatore, sottolineando l’importanza di affrontare la criminalità giovanile.
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Simona Capone chiede giustizia per Santo Romano: "Chi ha sbagliato paghi" - Gaeta.it

La richiesta di giustizia per Santo Romano, il giovane calciatore ucciso lo scorso anno, arriva da Simona Capone, la fidanzata 17enne del ragazzo. A margine della prima udienza del processo, tenutasi davanti al Tribunale per i minorenni, Simona ha espresso la sua ferma convinzione che tutti i responsabili debbano affrontare le conseguenze delle loro azioni, sottolineando che “anche se minorenne, chi ha sbagliato deve pagare”. Le sue parole sono arrivate mentre stringeva fra le mani una scarpa appartenente a Santo, simbolo di un legame che continua a vivere nella sua memoria.

La prima udienza e l’emozione di Simona

Ieri si è tenuta la prima udienza del processo per l’omicidio di Santo Romano, che ha visto il giovane assasino accusato di aver messo fine alla vita di un adolescente pieno di sogni e aspirazioni. Simona, visibilmente commossa, ha portato con sé la scarpa di Santo, un gesto carico di significato. “Con questa scarpa ci dormo, non riesco più a separarmene. È la prima volta che la porto in pubblico dopo un po’ di tempo perché è qualcosa di Santo in un giorno così importante”, ha dichiarato. La scarpa non rappresenta solo un oggetto materiale, ma è un simbolo di affetto e del ricordo indelebile lasciato dalla sua scomparsa.

Durante l’udienza, Simona ha parlato anche dell’importanza della giustizia e della necessità di proteggerla non solo per se stessa, ma anche per la comunità e per tutte le famiglie che si trovano a fronteggiare situazioni di violenza giovanile. Il suo appello per una giustizia efficace e tempestiva risuona in un contesto in cui la criminalità continua a minacciare la sicurezza dei giovani.

Il contesto della criminalità giovanile

La giustizia, per Simona e per molti, non riguarda solo il caso specifico di Santo, ma sottolinea una questione più ampia, legata alla crescente criminalità che coinvolge i giovani. “Spero che la giustizia possa mettere in campo tutto ciò che ha a disposizione per tutelare noi, la famiglia e tutti i ragazzi che escono la sera”, ha affermato con determinazione, evidenziando l’importanza di combattere contro le insidie quotidiane che i ragazzi affrontano nelle strade.

La sua voce si unisce a quella di tanti giovani e famiglie che si sentono vulnerabili in una società dove la criminalità sembra prevalere. Nonostante il sistema giudiziario, l’esperienza di Simona rappresenta un grido di allerta riguardo le sfide che la gioventù deve affrontare e l’urgenza di trovare soluzioni concrete per migliorare la sicurezza pubblica. L’intenzione di Simona di vedere giustizia per Santo non è solo una richiesta personale, ma un invito collettivo a riflettere su un problema sociale di maggiore intensità.

L’impatto sulla comunità

L’omicidio di Santo Romano ha scosso profondamente la comunità di San Sebastiano al Vesuvio, lasciando un vuoto tra amici, familiari e conoscenti. La reazione emotiva di Simona è solo una delle tante che si sono manifestate all’interno della comunità, che ha trovato in questo tragico evento l’occasione per riflettere sull’importanza della collettività nel combattere la violenza. La speranza è che la vicenda di Santo possa diventare un catalizzatore per il cambiamento, spingendo a un coinvolgimento attivo nel promuovere iniziative di prevenzione e sensibilizzazione.

Simona, con il suo gesto simbolico e le sue parole cariche di significato, ha attirato l’attenzione su una questione che merita di essere affrontata con serietà. È importante che la comunità si unisca nella lotta contro la violenza e nel supportare gli enti preposti a garantire una giustizia pronta e risolutiva. La testimonianza di Simona diventa quindi un richiamo a non dimenticare i giovani e a garantire un futuro più sicuro per tutti.

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