I braccianti stranieri che lavorano nelle campagne della Piana di Gioia Tauro si trovano in una condizione critica riguardo all’assistenza sanitaria e alla qualità della vita. L’organizzazione Medici per i Diritti Umani , attiva nella zona da oltre un decennio, ha lanciato un allarme, evidenziando problematiche di accesso ai servizi sanitari e le difficili condizioni abitativa. I dati raccolti da Medu rivelano uno scenario preoccupante per la salute e il benessere di migliaia di lavoratori.
Chi sono i braccianti e quali sono le loro condizioni attuali
Nel periodo compreso tra novembre 2024 e febbraio 2025, Medu ha offerto assistenza medica e supporto socio-legale a 371 braccianti in diverse località della Piana, tra cui la tendopoli di San Ferdinando e gli insediamenti di Taurianova e Rosarno. Queste persone, per l’81% uomini, provengono principalmente da paesi dell’Africa occidentale, del Maghreb, oltre che da Sudafrica e Bulgaria. La maggior parte di loro, l’87%, possiede un permesso di soggiorno regolare, con una significativa fetta titolare di protezione sussidiaria o permessi per lavoro subordinato. Circa il 78% vive in Italia da oltre tre anni e svolge lavoro agricolo, migra frequentemente tra diverse zone a seconda della stagione.
Le dinamiche lavorative e le condizioni di vita difficili contribuiscono a un quadro sanitario fragile. Le persone assistite presentano numerose problematiche di salute, spesso correlate alla loro attività lavorativa nei campi e alla qualità degli alloggi, che spesso risultano inadeguati. Il lavoro nei campi si traduce prevalentemente in disturbi all’apparato osteoarticolare e digestivo, ma anche in problematiche odontoiatriche e respiratorie. Altre malattie emergono, come disturbi della pelle e carte circolatorie, aggravando la loro situazione.
Le sfide abitative e il degrado della tendopoli di San Ferdinando
Le condizioni abitative dei braccianti sono un aspetto cruciale e allarmante. Molti sono costretti a vivere in situazioni di precarietà, occupando spazi abusivi che si rivelano del tutto insalubri. La tendopoli di San Ferdinando, inizialmente concepita come una soluzione temporanea, ha assunto forme di ghetto in continua espansione. La struttura, destinata a circa cinquecento persone, versa in uno stato di totale degrado, privo di servizi essenziali come acqua potabile, elettricità e una gestione efficace dei rifiuti.
Le condizioni igienico-sanitarie di questo luogo sono estremamente preoccupanti. Medu ha documentato casi emblematici come quello di un giovane bracciante ghanese, il quale, senza accesso a cure adeguate, ha continuato a lavorare nonostante mostrasse sintomi di polmonite. Solo dopo un ricovero d’urgenza è stato possibile fornirgli le necessarie cure, ma al ritorno nella tendopoli, il giovane ha dovuto affrontare nuovamente la dura realtà. Questa situazione ha portato ad una decisione difficile: lasciare la Piana in cerca di migliori condizioni di vita.
Interventi e necessità di un cambiamento
La situazione dei braccianti stranieri nella Piana di Gioia Tauro richiede un intervento immediato e mirato. Nonostante l’impegno di organizzazioni come Medu, è evidente che la salute e il benessere di queste persone dipendono anche da fattori quali la legalità riguardo gli alloggi, l’accesso garantito ai servizi sanitari e la presenza di politiche pubbliche più inclusive e attuabili. Il deterioramento delle condizioni di vita non può essere ignorato. Le testimonianze dei lavoratori mostrano una realtà difficile, che implica la necessità di miglioramenti sia a livello strutturale che normativo, affinché possano vivere e lavorare in condizioni dignitose.
La fragilità del sistema sanitario e la precarietà della loro vita quotidiana rendono urgente una riflessione profonda sulle politiche di accoglienza e integrazione in una zona così vitale e complessa come quella della Piana di Gioia Tauro.