Smantellata una banda di truffatori che prendeva di mira gli anziani in Italia

Smantellata una banda di truffatori che prendeva di mira gli anziani in Italia

I Carabinieri arrestano 29 membri di una rete criminale che truffava anziani in Italia, sfruttando tecniche ingannevoli e psicologiche per sottrarre oltre settecentomila euro.
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Smantellata una banda di truffatori che prendeva di mira gli anziani in Italia - Gaeta.it

L’operazione condotta dai Carabinieri ha portato alla cattura di 29 sospetti coinvolti in una rete di truffe ai danni di anziani in diverse città italiane. Le indagini, iniziate a Genova, hanno rivelato un’organizzazione ben strutturata, con capo a Napoli, che sfruttava la vulnerabilità delle vittime per sottrarre ingenti somme di denaro e preziosi.

Le figure chiave della banda di truffatori

Al cuore dell’organizzazione criminale vi erano Alberto Macor, noto come ‘o mast, e Mariarca Mastroianni, figure centrali nel coordinamento delle truffe. La coppia gestiva ogni fase del racket, a partire dalla scelta dei luoghi per colpire, fino alla logistica per l’invio dei “trasfertisti”. Questi criminali si spostavano da Napoli per raggiungere le località in cui eseguivano le truffe, appoggiandosi a B&B per soggiornare. Le comunicazioni tra i membri della banda avvenivano tramite cellulari di vecchio modello o smartphone intestati a nomi fittizi, complicando l’individuazione da parte delle forze dell’ordine.

La famiglia Macor ha accumulato notorietà nella cronaca di Napoli, anche a causa di eventi recenti come l’occupazione abusiva di un locale della Chiesa di San Biagio ai Taffettanari. Tale situazione ha portato a tensioni con figure politiche, come il deputato Borrelli, che ha denunciato la questione.

Le modalità operative delle truffe

La banda ha orchestrato le truffe con una tecnica ingannevole, contattando telefonicamente gli anziani e spacciandosi per avvocati o carabinieri. I truffatori sfruttavano telefonate allarmanti, spesso parlando di incidenti stradali in cui erano coinvolti i familiari delle vittime. Creando uno stato di ansia, convincevano le loro “prede” a inviare rapidamente denaro e gioielli per risolvere presunti problemi legali.

Un aspetto fondamentale del loro modus operandi era il controllo psicologico totale della vittima. Prima che il “corriere” arrivasse per ritirare il denaro, il telefonista non lasciava mai la vittima da sola, mantenendo attiva la chiamata per evitare che potesse contattare un familiare o un amico. Questo permetteva alla banda di portare a termine la truffa senza intoppi.

Spostamenti e comunicazioni: un’organizzazione meticolosa

Le indagini hanno rivelato che i “trasfertisti” arrivavano in altre città servendosi di mezzi di trasporto variabili, come auto a noleggio e treni. I Carabinieri hanno scoperto che le comunicazioni tra i membri dell’organizzazione avvenivano attraverso cellulari più vecchi, registrati a nomi falsi o intestati a cittadini extracomunitari. Questo ha complicato il tracciamento delle loro attività.

Inizialmente, la banda effettuava brevi “chiamate filtro” per identificare potenziali vittime anziane nelle varie località. I chiamanti, tra cui due elementi chiave, Vittorio De Filippo e Gabriele Fabiano, avevano il compito di identificare le voci anziane per portare avanti la truffa. Una volta selezionata una potenziale vittima, il numero veniva passato ai membri operativi che si spacciavano per avvocati e marescialli.

La tecnica della pressione psicologica

Il primo contatto avveniva generalmente con la voce di una giovane donna che si spacciava per un membro dell’ufficio postale, instaurando un’apparente normalità prima di sconvolgere la vittima con una notizia allarmante. La richiesta di denaro veniva ripetuta con insistenza, creando un senso di urgenza e pressione.

La narrazione che seguiva era ben orchestrata, facendo leva sull’ansia dell’anziano. Utilizzando frasi studiate come “risarcire, risarcire, risarcire”, ponevano le condizioni per la rapida consegna di denaro o gioielli. La voce femminile si assicurava che la vittima fosse sola, in modo da impedire che potesse cercare aiuto. Se necessario, modificava la storia, in modo da mantenere il controllo e la narrazione a favore della truffa.

Grazie a questa rete criminale, i truffatori hanno guadagnato oltre settecentomila euro, riuscendo a eludere le forze dell’ordine per lungo tempo. Ora, dopo l’operazione dei Carabinieri, il cerchio si stringe intorno a coloro che hanno inflitto dolore e disagio a molte persone, specialmente quelle più vulnerabili.

Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2025 da Sara Gatti

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