Un’operazione dei carabinieri di Bagnoli ha smascherato un’organizzazione di estorsioni legata alla vendita di fuochi d’artificio per Capodanno nel quartiere Fuorigrotta di Napoli. I sei arresti, avvenuti durante un blitz all’alba, hanno coinvolto diverse figure legate al clan camorristico Troncone, già indebolito da precedenti arresti. Tra i fermati, Alfredo Graziano, considerato il nuovo reggente del gruppo criminale, ha assunto il controllo delle attività illecite, tra cui il racket sui venditori di botti.
Il raid e l’arresto dei membri del clan
Il blitz delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di sei persone coinvolte in un racket che, oltre alla coercizione verso i venditori, includeva l’imposizione di pagamenti per la vendita di fuochi d’artificio nelle strade di Fuorigrotta. Alfredo Graziano, 41 anni, era al centro di questo traffico, operando con frequente minaccia sui piccoli commercianti. Graziano è coniugato con una donna legata a una potente famiglia camorristica, il che lo ha avvantaggiato nel mantenere una posizione dominante nonostante i recenti arresti dei boss storici Vitale e Giuseppe Troncone.
Le vittime di questa estorsione hanno descritto come ignari venditori, in sella a scooter, transitassero per le strade per riscuotere il “pizzo”, un pagamento che oscillava tra i 100 e i 150 euro. Per una maggiore intimidazione, i membri del gruppo effettuavano anche raid notturni e inviavano numerose comunicazioni invadenti tramite call e social media. L’operato di Graziano si è rivelato particolarmente aggressivo, rendendo il panorama commerciale di Fuorigrotta instabile e pauroso.
Il pestaggio come innesco delle indagini
Le indagini dei carabinieri sono state avviate in seguito a un violento pestaggio avvenuto il 31 dicembre scorso. Cristian De Luca, un rivale legato al gruppo degli Scodellaro, è stato aggredito da membri del clan Troncone. Questo atto di violenza ha innescato una serie di eventi che hanno coinvolto la distruzione di bancarelle e atti di forza mirati a ripristinare il controllo del mercato da parte dei Troncone. De Luca ha agito distruggendo le bancarelle, aggredendo successivamente Giuseppe Marco Scala, il tesoriere del clan.
Gli investigatori hanno così avviato un’accurata raccolta di testimonianze che ha portato alla ricostruzione del modus operandi del clan, mettendo in luce le intimidazioni e le estorsioni sistematiche che avvenivano nel quartiere. Questo ha evidenziato la necessità di un intervento immediato da parte delle forze dell’ordine, per garantire la tutela della comunità e dei commercianti onesti.
Le chiavi per comprendere il racket: la testimonianza di Colella
Uno dei testimoni chiave in questa inchiesta è Ernesto Colella, un noto commerciante e influencer, che ha fornito informazioni cruciali sulle dinamiche del racket. Durante le indagini, Colella ha dichiarato di aver ascoltato conversazioni su come fosse considerato necessario versare “regali” monetari ai membri del clan. Le somme variavano tra i 150 e i 200 euro, con consegne che avvenivano anche in situazioni insolite, come durante una diretta su TikTok.
Un episodio degno di nota è quello in cui un collaboratore di Colella, nel bel mezzo della trasmissione, gli ha dato indicazioni sulla necessità di consegnare 150 euro, senza rivelare chiaramente a chi fosse destinato il pagamento. Le dinamiche di coercizione erano talmente marcate che un commerciante, nonostante l’assenza di guadagni dalla vendita di botti, si è sentito obbligato a versare 100 euro, esprimendo timore per possibili ritorsioni.
L’azione del Gip e il futuro delle indagini
Grazie alle prove raccolte, il Gip Federica De Bellis ha disposto misure cautelari in carcere per i sei arrestati. L’operazione dei carabinieri ha avuto un forte impatto nel ridurre il potere estorsivo del clan Troncone in un’area della città già gravemente colpita dalla criminalità. Tuttavia, le autorità continuano ad indagare per scoprire l’intera portata dell’organizzazione, esaminando i legami tra diversi gruppi e la predisposizione della comunità a resistere a queste forme di intimidazione.
Questa operazione sottolinea l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine per affrontare il tema dell’estorsione e della criminalità organizzata, e rappresenta un passo decisivo verso la ricostruzione di una vivibilità migliore per i commercianti e i residenti del quartiere Fuorigrotta.