Sopravvissuti all’olocausto ricordano la liberazione del campo di bergen-belsen ottant’anni dopo

Sopravvissuti all’olocausto ricordano la liberazione del campo di bergen-belsen ottant’anni dopo

L’80° anniversario della liberazione di Bergen-Belsen in Germania riunisce sopravvissuti, politici e rappresentanti britannici per ricordare l’olocausto, ribadire l’impegno contro antisemitismo e razzismo e mantenere viva la memoria storica.
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L’80° anniversario della liberazione del campo di Bergen-Belsen ha riunito sopravvissuti, politici e rappresentanti britannici per ricordare l’olocausto, sottolineando l’importanza della memoria storica nel contrastare antisemitismo, razzismo e discriminazioni attuali. - Gaeta.it

L’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania ha riunito ex prigionieri, politici tedeschi e rappresentanti britannici in una cerimonia che ha ricordato le atrocità commesse durante la seconda guerra mondiale. La commemorazione si è svolta nel Land della Bassa Sassonia, luogo dove si trova il campo, e ha visto la partecipazione di più di cinquanta sopravvissuti all’olocausto. Le loro testimonianze hanno ribadito l’importanza di vigilare contro le forme di odio che persistono ancora oggi, come l’antisemitismo e il razzismo.

La cerimonia a bergen-belsen e le parole dei sopravvissuti

La commemorazione del 27 aprile 2025 ha visto la presenza del vice primo ministro britannico Angela Rayner insieme a parlamentari tedeschi e decine di ex detenuti di Bergen-Belsen. Tra loro c’era Mala Tribich, polacca di nascita, che fu deportata nel campo da bambina e ora ha 94 anni. Durante l’evento ha ribadito la necessità che ogni persona resti pronta a contrastare ogni forma di odio. Ha evidenziato come il messaggio del passato riguardi non soltanto l’antisemitismo ma tutti i razzismi diretti verso qualunque gruppo umano.

Testimonianze dirette e memoria storica

Le parole di Mala riflettono il senso di responsabilità che accompagna la memoria storica. I sopravvissuti, infatti, portano una testimonianza diretta dei fatti accaduti tra il 1943 e il 1945 all’interno del campo. All’incontro è stata data la possibilità di esprimersi a chi ha vissuto quel periodo, così da mantenere vivo il ricordo e far sì che quella tragedia non si ripeta nelle nuove generazioni.

Bergen-belsen: un luogo simbolo di morte e sofferenza

Il campo di Bergen-Belsen è noto soprattutto per le condizioni estreme in cui versavano i prigionieri e per il numero elevato delle vittime. Si calcola che più di 50.000 persone morirono durante la detenzione, molte delle quali a causa delle malattie, della fame e delle violenze subite. Tra queste figure spicca Anna Frank, la giovane ebrea nota per il celebre diario. La sua storia ha rappresentato un importante simbolo delle sofferenze inflitte dal regime nazista.

La liberazione da parte dell’esercito britannico

Il 15 aprile 1945 l’esercito britannico raggiunse il campo e vi trovò uno scenario devastante: migliaia di corpi senza vita e un gran numero di detenuti in condizioni critiche, malati e debilitati. La carenza di servizi igienici e di cibo aveva aggravato la situazione fino a renderla tragica. I militari si occuparono immediatamente di soccorrere i superstiti e di mettere fine alle atrocità. Bergen-Belsen diventò poi uno dei terreni principali per documentare ciò che era accaduto durante la guerra.

L’eredità storica e il richiamo alla memoria collettiva

La celebrazione di questo anniversario a Bergen-Belsen porta con sé un peso storico enorme. Ricordare i fatti significa anche verificare quanto la società contemporanea abbia imparato dal passato. Le testimonianze degli ex prigionieri evidenziano come l’intolleranza e i pregiudizi possano generare tragedie di vasta scala. Il richiamo a essere vigili si rivolge a istituzioni, scuole e cittadini per evitare il ripetersi di eventi simili.

Memoria e confronto per il presente

In questi anni, Bergen-Belsen è divenuto un luogo di studio e riflessione per chiunque desideri conoscere la storia della seconda guerra mondiale e dell’olocausto. Oltre a conservare la memoria materiale, queste occasioni servono a stimolare un confronto sulle forme di discriminazione ancora presenti nelle società contemporanee. Il bisogno di memoria non riguarda solo quel passato lontano ma i valori concreti della convivenza e del rispetto tra popoli diversi.

L’incontro a Bergen-Belsen di questo aprile 2025 ha ribadito con forza che la testimonianza dei sopravvissuti rimane un elemento indispensabile anche di fronte alle nuove sfide del presente. Mantenere viva la storia diventa così un impegno continuo per contrastare negazionismi, odio e ogni forma di discriminazione che colpisca la dignità umana.

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