Un evento che racchiude storie di resistenza e dignità di fronte alle sfide quotidiane: “Sorelle d’Italia: il lusso di resistere” è il titolo dell’installazione inaugurata a Bologna, realizzata dalle fotografe Matilde Piazzi e Nadia Del Frate dell’associazione Grabinski Point Aps. La mostra è frutto della collaborazione con diciannove lavoratrici de La Perla, storica azienda bolognese specializzata in lingerie di lusso. L’esposizione rimarrà aperta fino al 15 marzo 2025 e si propone di mettere in luce le esperienze di chi opera in un contesto lavorativo difficile, celebrando il coraggio e la determinazione delle donne coinvolte nella vertenza.
Un percorso di lotta e celebrazione
Piazzi e Del Frate hanno seguito da vicino la complicata vertenza lavorativa, accumulando esperienze dirette come lavoratrici dell’e-commerce. La mostra non è soltanto una raccolta di immagini, ma un vero e proprio inno alla resistenza delle donne di fronte alle difficoltà. Con i ritratti individuali delle lavoratrici, un video che riunisce le loro storie e il Manifesto delle lavoratrici, l’installazione si configura come un atto di coraggio e un grido di solidarietà. Quest’ultimo sarà distribuito all’esterno della Salaborsa in occasione dell’8 marzo, data emblematicamente dedicata alla celebrazione dei diritti delle donne.
Il progetto è ispirato all’opera “L’Aurora” di Guido Reni, realizzata nel 1614, reinterpretata in chiave muralista. Questo richiamo alla storia non è casuale, ma sottolinea come le challenge affrontate nel presente si intreccino con una tradizione di resistenza e lotta per i diritti. Con sedici quadri-sequenza che mettono in mostra la forza e la determinazione di queste donne, “Sorelle d’Italia” diventa un manifesto visivo di ciò che significa combattere per il diritto a un lavoro dignitoso.
Un’esposizione che trova eco nel contesto sociale
Il contesto in cui si svolge la mostra non è scevro di significato. Infatti, appena fuori della Salaborsa si trova il sacrario dei partigiani, luogo simbolico della lotta per la libertà e i diritti. La delegata della rsu, Stefania Prestopino, ha commentato l’importanza di essere collegate a questo sit, sottolineando che “essere qui oggi, in questa situazione, è quasi un lusso”. Le parole di Prestopino risuonano forti e chiare, richiamando l’attenzione sull’importanza della lotta attuale che, seppur in un contesto differente da quello passato, porta avanti valori e ideali di giustizia e dignità.
La dimensione sociale dell’iniziativa è stata ulteriormente evidenziata dalla partecipazione alla presentazione della vicesindaca di Bologna, Emily Clancy. Clancy ha rimarcato il profilo di genere della vertenza che coinvolge La Perla, evidenziando come queste battaglie non riguardino soltanto il mondo del lavoro, ma anche l’uguaglianza sociale e il riconoscimento dei diritti delle donne in tutti i settori.
Appelli e speranze per il futuro
La questione della conservazione dei posti di lavoro non è da meno; il capo di gabinetto di Comune e Città metropolitana, Sergio Lo Giudice, ha espresso preoccupazione sulla possibilità di perdere le esperienze e il patrimonio umano costituito dalle donne che lavorano per La Perla. “Se si dovesse perdere il capitale umano costituito dalle maestranze di La Perla anche l’azienda ne risulterebbe depauperata”, ha avvertito Lo Giudice, sottolineando l’importanza di rinnovare gli ammortizzatori sociali. La salvaguardia dei posti di lavoro si configura come una necessità non solo per il benessere delle lavoratrici e delle loro famiglie, ma anche per l’intero tessuto economico della città.
La mostra “Sorelle d’Italia” si erge quindi non solo come un baluardo della lotta femminile ma anche come un appello collettivo a mantenere viva l’attenzione su questioni di giustizia sociale e diritti dei lavoratori, temi di cruciale importanza per la comunità bolognese e non solo. La speranza è che l’arte possa continuare a fungere da ponte tra storie personali e lotte collettive, creando una rete di solidarietà che possa resistere nel tempo.