Sospeso per corruzione un sottufficiale della Capitaneria di Porto di Venezia

Un sottufficiale della Capitaneria di Porto di Venezia è stato sospeso per sei mesi dopo un’indagine che ha rivelato un sistema di corruzione legato al rilascio delle patenti nautiche.
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Sospeso per corruzione un sottufficiale della Capitaneria di Porto di Venezia - Gaeta.it

Un noto caso di corruzione ha coinvolto un sottufficiale della Capitaneria di Porto di Venezia, addetto all’ufficio patenti nautiche. La notizia dei sei mesi di sospensione del funzionario è emersa a seguito di un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nucleo Natanti. Le indagini hanno messo in luce una serie di atti che vanno contro i doveri d’ufficio, suggerendo l’esistenza di un sistema illegale che ha portato al sequestro di 37.500 euro.

Dettagli sull’indagine e sulla sospensione

La sospensione è stata eseguita il 16 ottobre 2023 e resa pubblica oggi, sollevando interrogativi su come un funzionario preposto al rilascio di patenti nautiche sia potuto incorrere in comportamenti illeciti. L’indagine ha avuto inizio nel giugno 2022 e si è protratta fino all’agosto 2023, periodo nel quale sono emerse le informazioni chiave che hanno portato all’azione da parte del Gip su richiesta della Procura della Repubblica.

Durante le indagini, i Carabinieri hanno scoperto che il sottufficiale accedeva al registro cartaceo delle patenti nautiche per fornire, a pagamento e attraverso intermediari, i numeri delle patenti ad altre persone. Questi individui, ignari della situazione, presentavano false denunce di smarrimento per ottenere un duplicato delle patenti, mai realmente smarrite. Grazie a questa pratica illegale, il sottufficiale riusciva a guadagnare denaro facilmente, sfruttando la sua posizione.

Corruzione e il numero di episodi accertati

Attualmente, sono stati ricostruiti almeno 19 episodi di corruzione, con dichiarazioni di coloro che avrebbero pagato per ottenere i numeri delle patenti. Queste rivelazioni piuttosto preoccupanti sollevano interrogativi più ampi sulla sicurezza e sull’integrità del sistema di rilascio delle patenti nautiche. La pratica della falsificazione delle denunce di smarrimento dimostra una vulnerabilità significativa nel sistema, che potrebbe essere sfruttata da altri individui.

Recentemente, il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro preventivo dei 37.500 euro, mettendo in evidenza l’importanza di garantire la trasparenza e l’integrità all’interno della pubblica amministrazione. Tuttavia, le indagini non si sono fermate qui: sono ancora in corso verifiche su altre patenti, per valutare se presentano caratteristiche simili a quelle già analizzate. Questo passo è cruciale per garantire che non ci siano ulteriori complicità o attività illecite all’interno dell’ufficio patenti nautiche.

Implicazioni per la Capitaneria di Porto e per la pubblica amministrazione

Il caso ha sollevato una serie di questioni relative alla fiducia del pubblico nei confronti delle istituzioni. La Capitaneria di Porto, da sempre considerata un punto di riferimento per la sicurezza nautica, si trova in una posizione delicata, dovendo affrontare il tema della trasparenza e della responsabilità dei propri funzionari. La comunicazione tempestiva degli sviluppi dell’indagine ai cittadini rappresenta una priorità per mantenere la fiducia nei servizi pubblici.

L’episodio ha richiamato l’attenzione su come le autorità competenti gestiscono non solo il rilascio delle patenti nautiche, ma più in generale il mantenimento della legalità nel settore pubblico. Le autorità di controllo devono ora verificare che siano in atto misure adeguate per prevenire situazioni simili in futuro, affinché simili abusi di potere non possano ripetersi.

Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Sara Gatti

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