Sotto il segno della protesta: migliaia in piazza contro il ddl sicurezza in diverse città italiane

Sotto il segno della protesta: migliaia in piazza contro il ddl sicurezza in diverse città italiane

Cittadini italiani si mobilitano contro il ddl sicurezza, manifestando in diverse città per difendere i diritti civili e le libertà fondamentali, in un clima di forte dissenso politico e sociale.
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Sotto il segno della protesta: migliaia in piazza contro il ddl sicurezza in diverse città italiane - Gaeta.it

Nelle ultime ore, un gran numero di cittadini ha riempito le piazze italiane in opposizione al ddl sicurezza, un provvedimento governativo che prevede misure restrittive anche sul diritto di manifestare. Mentre il decreto è atteso al Senato per discussione da marzo, le comunità di diverse città del paese hanno fatto sentire la propria voce, unendo le forze per difendere i diritti civili e le libertà fondamentali.

Roma e il ricordo di Valerio Verbano

La manifestazione a Roma ha assunto toni particolarmente significativi, coincidendo con il quarantacinquesimo anniversario dell’omicidio di Valerio Verbano, militante di autonomia operaia ucciso da tre neofascisti. I partecipanti si sono riuniti in via Monte Bianco, il luogo in cui Verbano visse e dove trovò la morte, per dare inizio a un corteo antifascista che ha risuonato con il coro “Uccidono un compagno e ne nascono altri cento”. La presenza di figure rappresentative come il segretario del PD di Roma, Enzo Foschi, e il segretario della Cgil, Natale Di Cola, ha messo in evidenza l’ampio sostegno politico all’iniziativa, accanto a personalità del mondo della cultura come il fumettista Zerocalcare e il docente e scrittore Christian Raimo.

Milano: un grido di giustizia e sicurezza

A Milano, il corteo è stato aperto da un camion recante la scritta “Ma quale sicurezza? Verità per Ramy e Fares”, in memoria di un giovane deceduto dopo un inseguimento della polizia, un caso che rimane sotto indagine. Durante la manifestazione, i partecipanti hanno lanciato slogan come “Zone rosse non ne vogliamo”, sottolineando il desiderio di sicurezza che non si traduca in repressione. Ancora una volta, il dissenso si è rivelato forte e chiaro, evidenziando la volontà dei cittadini di far sentire la loro voce contro le potenziali ingiustizie del governo.

Napoli: una risposta collettiva contro il governo

Anche a Napoli, la partecipazione è stata massiccia, con la presenza di associazioni e sindacati. I manifestanti, uniti da slogan incisivi come “No al modello Caivano” e “Nessuna sicurezza da chi semina la guerra”, hanno espresso il loro dissenso contro il governo guidato da Giorgia Meloni. Nicola Ricci, segretario campano della Cgil, ha denunciato i rischi derivanti dalle nuove norme, che potrebbero portare a pene fino a due anni di carcere per chi manifesterà per diritti fondamentali come quello allo studio o alla difesa del lavoro.

Bologna e Genova: il coro del dissenso si amplifica

A Bologna, circa cinquemila persone hanno partecipato al corteo, con una rappresentanza di centri sociali, collettivi, sindacati e cittadini. Tra i manifestanti spiccavano volti noti come la vicesindaca Emily Clancy e l’attore Alessandro Bergonzoni. In tantissimi anche a Genova, dove è stato sottolineato il carattere regresso del provvedimento, che limita diritti sanciti dalla Costituzione e non affronta le reali problematiche del Paese.

Un invito alla riflessione: lavoro dignitoso e diritti

“Costruire sicurezza non implica necessariamente ricorrere alla repressione, ma piuttosto investire in lavoro dignitoso, in contratti equi e in servizi pubblici accessibili”, afferma la rete No Ddl Sicurezza. Gli attivisti hanno fatto appello al governo per ritirare un provvedimento che aumenta le disuguaglianze e limita i diritti, esortando a rimanere concentrati sulle emergenze tangibili, come lavoro, sanità, istruzione e giustizia sociale.

La mobilitazione di oggi ha messo in luce un’ampia gamma di voci e preoccupazioni, segno di una società che non intende restare in silenzio di fronte a norme che potrebbero minare le fondamenta della democrazia e della libertà di espressione.

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