Nel cuore di Ancona, un affascinante sistema di cisterne sotterranee risale forse a prima della fondazione della città. Questo reticolo, composto da undici cisterne che si estendono per circa 2.000 metri quadrati, rappresenta un’importante testimonianza della storia locale e un’opportunità unica per scoprire un mondo di misteri. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo, l’iniziativa organizzata da Vivaservizi offre la possibilità di visitare queste strutture storiche con guide dell’associazione Ancona Sotterranea. Il percorso richiede la prenotazione e prevede che i partecipanti indossino stivaloni di plastica e caschetti da speleologo.
Un viaggio tra cunicoli e archi ribassati
Oggi, i giornalisti hanno avuto l’opportunità di esplorare queste cisterne, accompagnati dai rappresentanti di Ancona Sotterranea e Vivaservizi. Le visite si snodano attraverso cunicoli collegati da archi ribassati, in cui l’acqua alcanza i polpacci in alcuni punti, creando un’atmosfera suggestiva e quasi surreale. Si possono osservare pozzi e piccole cascatelle che riflettono la storia delle origini della città, un retaggio affascinante che racconta di un’importanza antica dell’acqua nel territorio.
Questa iniziativa è stata lanciata a seguito della scoperta avvenuta nel 1983 durante i lavori per la costruzione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Pertini, quando vennero svelati i segreti che da secoli giacevano interrati. L’acqua proveniente da misteriose sorgenti nei cunicoli continua a destare domande senza risposta; il suo afflusso sembra non variare con le condizioni meteorologiche, mantenendo un flusso costante a prescindere da piogge o siccità.
Un mistero senza documentazione storica
Le ricerche storiche non hanno ancora fornito indicazioni certe riguardo alla fonte delle acque, complicate dalla naturale erosione del tempo e dalla segretezza che circondava tali informazioni. In epoche passate, l’acqua era considerata un bene prezioso e le conoscenze riguardo a queste risorse venivano gelosamente custodite. Questo ha portato a un’assenza sorprendente di documenti storici che potessero svelare le origini di queste strutture.
Le fonti d’acqua della zona, normalmente dotate di nomi evocativi, come il “Buco del diavolo” su Monte Conero, aggiungono un ulteriore strato di mistero, suggerendo leggende e storie tradizionali che circolavano tra la popolazione. Un esempio è la tradizione legata alle “Chioccie,” fonti conosciute per la loro importanza, alimentando racconti e credenze popolari nel corso dei secoli.
Le cisterne come testimoni del passato
Nel XIX secolo, le cisterne di piazza Stamira erano utilizzate dal panificio militare situato direttamente sopra. Questo utilizzo del passato testimonia non solo l’importanza storica dell’acqua, ma anche l’abilità degli antichi abitanti di sfruttare le risorse sotterranee a loro disposizione. Oggi, grazie all’iniziativa di Vivaservizi e Ancona Sotterranea, questa eredità viene portata nuovamente alla luce e offerta alla comunità.
La riscoperta delle cisterne sottolinea l’importanza dell’acqua come bene comune, un tema di crescente rilevanza nell’attuale contesto di crisi idrica. I vertici di Multiservizi hanno evidenziato l’intenzione di avviare nuovi studi in cooperazione con l’Università Politecnica delle Marche, promettendo futuri risultati che potrebbero non solo rivelare ulteriori dettagli sul passato, ma anche rafforzare la consapevolezza pubblica sulla necessità di proteggere e preservare le risorse idriche.
Il mistero che circonda le cisterne di piazza Stamira continua a suscitare interesse, facendo di questo luogo un’importante fonte di turismo e cultura per Ancona.