Sottomarini russi nel Mediterraneo: i movimenti del Krasnodar destano preoccupazione tra le forze Nato

Sottomarini russi nel Mediterraneo: i movimenti del Krasnodar destano preoccupazione tra le forze Nato

La crescente presenza del sottomarino russo Krasnodar nel Mediterraneo solleva preoccupazioni tra le forze NATO, intensificando il monitoraggio aereo e aumentando le tensioni geopolitiche nella regione.
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Sottomarini russi nel Mediterraneo: i movimenti del Krasnodar destano preoccupazione tra le forze Nato - Gaeta.it

La presenza crescente di sottomarini russi nel Mar Mediterraneo ha sollevato allerta tra le forze della Nato, che monitorano ogni sviluppo con attenzione. Tra i protagonisti di questi movimenti marittimi, il sottomarino russo B-265 Krasnodar ha recentemente attirato l’attenzione per la sua navigazione nelle acque tra la Sardegna meridionale e l’Algeria. Accompagnato dal rimorchiatore Yevgeny Churov, il Krasnodar ha lasciato il Mar Baltico all’inizio di questo mese, generando interrogativi sia sulla sua missione sia sulle intenzioni della Russia.

I dettagli del monitoraggio delle forze navali

Il portale MarineTraffic ha registrato i movimenti del Krasnodar e del rimorchiatore, contribuendo a chiarire la situazione nei mari europei. Secondo le informazioni fornite dalla testata polacca GospodarkaMorska, è dal 3 gennaio che non si registravano sottomarini russi nel Mediterraneo. Il Krasnodar fa parte della flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli, e la sua presenza in quelle acque è considerata un evento straordinario.

Dopo la partenza dal Mar Baltico, si segnala un’intensa attività aerea, con aerei che si sono alternati nei cieli tra la Sardegna e l’Algeria. Il portale ItaMilRadar ha documentato almeno tre velivoli in missione di monitoraggio, in partenza da Sigonella e Cagliari, gli altri due sono della Marina militare italiana e della Marina militare statunitense, insieme a uno della Guardia di finanza. Questi aerei svolgono un ruolo cruciale nel sorvegliare le movimentazioni del Krasnodar e del rimorchiatore, in navigazione verso est a una velocità di circa 10 nodi.

Le congetture su questa “crociera dimostrativa” da parte della Russia rimangono. Le forze della Nato, però, stanno mantenendo il livello di allerta alto, dato che la presenza di sottomarini russi nel Mediterraneo potrebbe influenzare in modo significativo gli equilibri strategici della regione.

Il contesto geopolitico e le tensioni attuali

L’arrivo del Krasnodar nel Mediterraneo si inserisce in un contesto già delicato, soprattutto dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino. L’ex ufficiale navale belga Frederik Van Lokeren ha descritto come la presenza dei sottomarini russi a propulsione convenzionale nel Mediterraneo sia sempre più difficile e innaturale. Da gennaio, la situazione è cambiata radicalmente. La Russia ha dovuto affrontare il blocco da parte della Turchia dei passaggi attraverso gli stretti per tutti i mezzi di guerra delle nazioni coinvolte nel conflitto. Questo ha creato un’ulteriore complicazione per il Krasnodar, vietando il suo ritorno alle acque del Mar Nero.

Mentre si è accennato alla presenza di almeno due sottomarini occidentali a propulsione nucleare nel Mediterraneo, l’USS Indiana e l’HMS Anson, le manovre russe aggiungono un ulteriore strato di complessità alle già esistenti tensioni geopolitiche. I sottomarini nucleari occidentali, in operazioni di controllo e sorveglianza nella stessa area, danno vita a un panorama marittimo in cui le interazioni tra forze diverse si fanno sempre più tese.

La sorveglianza dei mari mediterranei rimane cruciale per le strategie della Nato, non solo per il monitoraggio delle forze russe, ma anche per proteggere gli interessi e gli alleati presenti in quella regione. Con la flotta russa ora attiva sotto gli occhi vigili delle forze occidentali, la sicurezza nel Mediterraneo continua a rimanere un argomento di primaria importanza a livello globale.

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