Il caso di stalking che ha come protagonista un prete di 55 anni ha suscitato grande attenzione mediatica. La vittima, ha vissuto un vero e proprio incubo a causa delle persecuzioni subite da una donna di 72 anni. Questa situazione ha portato il prete a deporre davanti al giudice, rivelando la sua terribile esperienza. Il racconto include minacce, ansia e cambi di vita drastici mentre la parrocchiana ha continuato a seguirlo da Padova a Bologna e Genoa.
La testimonianza del prete: una vita stravolta
Durante l’udienza, il prete ha raccontato di aver vissuto anni di vera paura. Nonostante fosse un uomo solare, dopo l’inizio delle persecuzioni, la sua vita ha preso una piega inaspettata. È stato costretto a nascondersi e ha persino cambiato numero di telefono più volte, ma ogni tentativo di allontanarsi dal tormento si rivelava vano. La donna ha utilizzato strumenti digitali per continuare a perseguitarlo. Ha creato profili falsi su Facebook in cui lo accusava di crimini odiosi, alimentando così una spirale di terrore.
Due anni fa, il parroco si è trasferito a Genoa, ma questo non ha fermato la donna. All’interno del convento di San Francesco di Albaro, le misure di protezione, tra cui un dispositivo per bloccare le chiamate moleste, si sono rivelate inefficaci. Ogni volta che veniva installato qualcosa per fermare le intimidazioni, la donna metteva in atto una nuova strategia. La sua vita è precipitata nell’ansia e nel terrore, portando a problemi di salute significativi, inclusi attacchi di panico e la necessità di cure mediche.
Il ruolo dell’arcivescovo Marco Tasca nel processo
All’udienza, l’arcivescovo di Genova, Marco Tasca, ha fornito la sua testimonianza, descrivendo la gravità della situazione. L’arcivescovo ha confermato di aver ricevuto telefonate nel cuore della notte, provenienti dalla stessa donna, che rendevano la vita del prete ancora più difficile. Tasca ha anche sottolineato che il confratello si sente pesantemente responsabile per la triste vicenda che colpisce la comunità religiosa.
La sua presenza in aula ha evidenziato non solo il supporto verso il suo collega, ma anche l’importanza del caso nella comunità ecclesiastica. La tensione e la preoccupazione per le ripercussioni hanno inciso profondamente sul benessere del prete, e l’arcivescovo ha voluto portare alla luce la dignità e la sofferenza di un’uomo che si trova a fronteggiare una sfida così drammatica.
Le conseguenze legali e le prossime udienze
La parrocchiana, che ha già subito una condanna a Bologna per stalking e calunnia, continua a rappresentare una minaccia per la vittima, nonostante il divieto di contatto. Le violazioni della legge da parte della donna, che ha seguito il prete in vari luoghi, sollevano interrogativi sulla sicurezza dell’uomo e sull’efficacia delle misure adottate. La prossima udienza si svolgerà il 17 febbraio e si prevede un’intensa discussione su come tutelare la vittima e affrontare la gravità delle azioni compiute dalla parrocchiana.
Questo caso mette in luce non solo la problematica del stalking, ma anche le implicazioni più ampie che questi atti possono avere nella vita di un individuo e all’interno della comunità religiosa. La battaglia legale è ancora in corso, ma il viaggio verso la giustizia è un passo fondamentale per ripristinare la serenità e la sicurezza personale della vittima.
Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2025 da Sofia Greco