Le organizzazioni sindacali UIL-FPL e NurSind hanno dichiarato ufficialmente lo stato di agitazione del personale del comparto ASUGI, a causa di una crisi significativa nella disponibilità di organico. Questa situazione critica è stata comunicata dai segretari regionali Stefano Bressan e Luca Petruz, i quali evidenziano che si tratta di una condizione “insostenibile” determinata da carenze di personale nelle Aree Isontina e Giuliana. Tali mancanze non solo compromettono il normale svolgimento delle attività sanitarie, ma mettono anche seriamente a rischio la continuità dei servizi essenziali offerti alla popolazione.
Carenza di personale nelle aree di Isontina e Giuliana
Il comunicato congiunto di UIL-FPL e NurSind ha reso noto un quadro allarmante riguardante il personale mancante nelle due aree. Nella regione Isontina, si conta una mancanza di circa 100 infermieri e 30 operatori socio-sanitari , oltre a 10 tecnici di radiologia e 20 amministrativi. Il deficit non si ferma qui; risultano assenti anche 10 fisioterapisti, 15 tra dietisti e logopedisti, 5 assistenti sanitari, 10 tecnici di laboratorio e 10 autisti soccorritori.
Nell’Area Giuliana, la situazione è altrettanto drammatica: le cifre indicano che mancano 50 infermieri e 30 OSS, con ulteriori deficienze di 10 tecnici di radiologia, 15 professionisti tra fisioterapisti, dietisti e logopedisti e 5 assistenti sanitari. Questi numeri, impressionanti e significativi, tracciano un quadro di crescente difficoltà nel garantire un’assistenza sanitaria adeguata.
La sicurezza del personale sanitario sotto attacco
I sindacati non si limitano a segnalare le carenze di personale, ma pongono l’attenzione anche su un altro aspetto fondamentale: la sicurezza sui luoghi di lavoro. Bressan e Petruz hanno sottolineato un preoccupante incremento delle segnalazioni riguardanti violenza e aggressioni ai danni del personale sanitario. Questa situazione genera un ulteriore senso d’allerta, poiché mette in discussione non solo l’efficienza dei servizi ma anche la sicurezza di chi opera in questo settore.
Le organizzazioni sindacali fanno appello affinché vengano mobilitate tutte le risorse disponibili, sia a livello regionale che interno ad ASUGI, per approcciare e cercare di risolvere il fenomeno della violenza nel contesto lavorativo. La richiesta essenziale è di garantire un ambiente di lavoro più sicuro, per permettere ai professionisti di svolgere le loro attività senza timori per la propria incolumità.
Possibili sviluppi e mobilitazioni future
Bressan e Petruz avvisano che, in assenza di risposte concrete e di interventi efficaci, lo stato di agitazione potrebbe rapidamente trasformarsi in una mobilitazione generale. In questo contesto, si valuta l’opzione di proclamare uno sciopero di tutto il personale ASUGI, una mossa che non solo evidenzierebbe la gravità della situazione ma anche il crescente malcontento tra i lavoratori.
L’obiettivo dei sindacati è di sensibilizzare le autorità competenti sulla necessità urgente di un intervento risolutivo, affinché venga garantita non solo una maggiore sicurezza per il personale, ma anche un servizio sanitario che possa rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione.