Stipendi in Italia, la classifica delle città dove si guadagna di più

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La classifica degli stipendi in Italia divide l'Italia in due - www.gaeta.it

Dove si guadagna di più? Un recente studio mette in risalto dove conviene lavorare: incredibile le differenze da una zona all’altra

Gli stipendi italiani non se la passano bene da un pò di anni e sono una nota dolente sul tavolo delle manovre politiche. Per di più, per fattori diversi, essi non sono neanche omogenei all’interno del Paese: una caratteristica interessante che apre le porte ad una riflessione più approfondita.

In un mondo in cui il caro vita galoppa, crescendo sempre di più, mentre le entrate mensili rimangono statiche e immobili, non è difficile immaginare la sofferenza che impera nelle tasche degli italiani, soprattutto in quelle di coloro che si trovano in situazioni di fragilità, con lavori precari e con scarse richieste di specifiche competenze.

A grande scala si osserva inoltre una netta differenza tra Nord e Sud. L’indice, basato sui dati delle retribuzioni nel settore privato, evidenzia come le buste paga siano più elevate nelle regioni settentrionali rispetto a quelle meridionali.

Dove si guadagna di più? La classifica

Secondo l’ultimo “Geography Index” pubblicato dall’Osservatorio JobPricing, le differenze salariali tra Nord e Sud Italia sono ancora marcate. Questo porta inevitabilmente a stipendi diversi in base alle posizione geografica. Nel 2023, la Retribuzione Globale Annua (RGA), ovvero la somma di stipendio fisso e variabile, ha raggiunto una media nazionale di 31.442 euro, ma solo un terzo del Paese supera questa soglia.

Dove Si Guadagna Di Più
La Classifica Sugli Stipendi D’Italia Indica Dove Si Guadagna Di Più – Www.gaeta.it

Il report conferma che la Lombardia continua a essere la regione con le retribuzioni più alte. I lavoratori lombardi guadagnano, in media, il 108,2% rispetto allo stipendio nazionale, mantenendo il primato con piccole variazioni rispetto agli anni precedenti. In netta contrapposizione, la Basilicata si trova all’estremità opposta, con un salario medio pari all’84,8% di quello nazionale.

Tuttavia, il divario salariale non si limita alle regioni, ma si estende anche nelle provincie. Per esempio la provincia di Milano detiene il primo posto con una RGA di 37.661 euro, seguita da Bolzano e Trieste. Non passa inosservato come alcune province più piccole come Belluno e Benevento, abbiano registrato stipendi superiori rispetto ai capoluoghi di regione, un fenomeno che potrebbe riflettere l’espansione del lavoro da remoto e la diversificazione delle opportunità lavorative in aree meno centrali.

Nonostante alcune variazioni, il quadro generale resta quello di un immobilismo nelle dinamiche retributive italiane. Oltre alla Lombardia, le regioni che superano la media nazionale includono Lazio e Trentino-Alto Adige, mentre altre, come il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, hanno visto un leggero calo rispetto all’anno precedente, scivolando sotto la media.

Questi dati sollevano il tema del “lavoro povero“, una questione sempre più urgente in Italia, soprattutto nelle regioni meridionali. Nonostante l’inizio di un processo di recupero economico in alcune province del Sud, il divario con il Nord rimane significativo. Inoltre, l’elevato costo della vita nelle grandi città del Nord, come Milano, accentua ulteriormente la percezione di queste disparità.

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