Stonehenge: il nuovo studio rivela la funzione politica di un monumento preistorico

Stonehenge: il nuovo studio rivela la funzione politica di un monumento preistorico

Nuove ricerche suggeriscono che Stonehenge fosse un simbolo di unione tra antiche tribù britanniche, evidenziando la cooperazione collettiva nella sua costruzione e il suo ruolo come centro di identità condivisa.
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Stonehenge: il nuovo studio rivela la funzione politica di un monumento preistorico - Gaeta.it

Un recente studio scientifico ha messo in discussione le antiche teorie su Stonehenge, considerato da secoli un luogo di culto, un osservatorio astronomico, e persino un cimitero. Nemmeno le sue origini e il significato sono mai stati chiariti in modo definitivo. Tuttavia, i nuovi dati emersi dall’Università College di Londra e dall’Università di Aberystwyth delineano un diverso panorama, suggerendo che Stonehenge poteva fungere da simbolo di unione tra le antiche tribù della Gran Bretagna e un’importante espressione della loro identità condivisa.

La provenienza delle pietre: il viaggio da terre lontane

Uno degli aspetti più affascinanti di Stonehenge è la provenienza delle pietre, che sono state scoperte provenire da regioni lontane. Le massicce sarsen, le pietre principali del sito, sono tipiche del Wiltshire, ma le celebri “pietre blu” sono arrivate dal Galles sud-occidentale, mentre la Pietra dell’Altare, un masso di grande rilevanza, proviene dalla Scozia nord-orientale. La composizione chimica di questi minerali ha fornito nuovi spunti di riflessione. Gli studiosi hanno dimostrato che la Pietra dell’Altare fu trasportata per centinaia di chilometri, suggerendo che il suo trasporto non fosse mera necessità, ma un gesto simbolico concepito per rafforzare legami e alleanze tra diverse comunità.

Questo dato evidenzia come Stonehenge non fosse solo un’espressione dell’abilità ingegneristica di un’unica popolazione, ma il risultato di una cooperazione collettiva tra vari gruppi, ciascuno dei quali contribuiva con le proprie risorse e cultura. Tale sforzo condiviso rappresenta una delle prime evidenze di un senso di appartenenza e identità che trascende i confini tribali.

Un’opera collettiva: la cooperazione tra tribù

Il professor Mike Parker Pearson, dell’Istituto di Archeologia dell’UCL, ha descritto la costruzione di Stonehenge come un progetto collettivo di notevole importanza. Durante il periodo preistorico, quando le entità politiche come le conosciamo oggi non esistevano, il trasporto e l’assemblaggio delle pietre richiesero una cooperazione mai vista prima. I ricercatori ipotizzano che gli antichi potessero utilizzare tronchi per il traino e imbarcazioni per i corsi d’acqua, un impegno che richiese una pianificazione e un’organizzazione eccezionali.

La collaborazione tra tribù distanti permette di ripensare il significato di Stonehenge, non solo come un monumento, ma come un luogo in grado di riunire comunità diverse in nome di un obiettivo condiviso. Il tempo e le risorse dedicate alla sua costruzione fanno capire quanto fosse importante per le popolazioni neolitiche avere un simbolo tangibile che rappresentasse la loro unione e il loro valore collettivo.

Stonehenge come cimitero e luogo di incontro

Nei primi periodi della sua esistenza, Stonehenge servì anche come necropoli. Le indagini archeologiche hanno fatto emergere un dato sorprendente: quasi la metà delle persone sepolte nel sito provenivano da aree lontane. Questo indica chiaramente che Stonehenge non agiva solo come un monumento statico, ma come un centro di incontro, capace di attrarre individui da tutte le parti della Gran Bretagna. La sua funzione come luogo di sepoltura si intreccia con elementi politici e religiosi, trasformandolo in un luogo di grande importanza durante il Neolitico.

In questo contesto, lo status di Stonehenge come luogo di sepoltura non è solo una questione di ritualità; rappresenta anche un’aspirazione a stabilire connessioni tra i diversi gruppi, promuovendo il concetto di comunità e identità collettiva al di là delle divisori geografiche e culturali.

Una nuova interpretazione di una pietra enigmatica

Fondamentale per questa ricerca è stata l’analisi della Pietra dell’Altare, il masso blu centrale del sito. Attraverso metodi scientifici sofisticati, gli esperti hanno stabilito che questa roccia proviene dalla Scozia settentrionale. Questa scoperta, annunciata prima del solstizio d’inverno del 2024, anno in cui migliaia di persone si radunano a Stonehenge per festeggiare, aggiunge un ulteriore livello di significato al monumento.

La Pietra dell’Altare, con il suo viaggio dalla Scozia, simboleggia la determinazione delle antiche popolazioni nel creare un progetto comune, nonostante le difficoltà logistiche e geografiche, dimostrando il loro forte desiderio di condividere un legame non solo tra tribù, ma anche tra luoghi, culture e storie. Stonehenge, pertanto, emerge non solo come una meraviglia architettonica, ma come un potente simbolo di coesione sociale e di un’identità che trascende il tempo e lo spazio.

Ultimo aggiornamento il 21 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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