Stop canone Rai per queste persone dal 2025. Tutto quello che c’è da sapere per risparmiare su una delle imposte più discusse
A partire dal 2025, cambiano le regole per il pagamento del canone Rai, delineando un panorama di esenzioni che coinvolge categorie specifiche di cittadini. La decisione di esentare alcune persone dal pagamento di questo balzello ha suscitato un ampio dibattito, soprattutto considerando l’aumento previsto del canone, che tornerà a essere fissato a 90 euro all’anno, dopo un periodo di riduzione a 70 euro grazie a un emendamento che, però, è stato bocciato. Ma chi sono i fortunati che potranno dire addio al canone Rai a partire dal prossimo anno?
Innanzitutto, è importante chiarire che l’esenzione dal pagamento del canone Rai continuerà a essere valida per coloro che non possiedono un apparecchio televisivo. Questo vuol dire che chi decide di sbarazzarsi della propria televisione entro la fine dell’anno può presentare la richiesta di esenzione all’inizio del 2025. Tuttavia, affinché questo possa avvenire, nessun membro della famiglia anagrafica deve detenere un televisore. La famiglia anagrafica è definita come l’insieme delle persone che vivono insieme e che sono legate da vincoli di parentela, matrimonio, affinità o affettivi.
Chi non pagherà il canone nel 2025
Per ottenere l’esenzione, è necessario presentare una dichiarazione di non detenzione di un apparecchio televisivo entro il 31 gennaio 2025. Se la dichiarazione viene presentata tra il 1° febbraio e il 30 giugno, l’esonero sarà valido solo per il secondo semestre dell’anno, mentre chi presenta la dichiarazione dopo il 1° luglio 2025 dovrà attendere fino all’anno successivo per beneficiare dell’esenzione.

Un’altra categoria che potrà beneficiare dell’esenzione dal canone Rai sono gli over 75. A partire dal 1° gennaio 2025, le persone nate prima del 31 gennaio 1950, quindi coloro che compiranno 75 anni entro la fine di gennaio, saranno esonerate dal pagamento, a condizione che il loro reddito non superi i 8.000 euro annui. Questo limite reddituale include anche i redditi del coniuge convivente, creando così una protezione per le famiglie a basso reddito.
È fondamentale notare che i requisiti reddituali sono severi. Se nel 2024 gli introiti di una coppia, sommandoli, superano i 8.000 euro, non sarà possibile richiedere l’esenzione. D’altro canto, coloro che rientrano nei parametri possono già presentare la richiesta per il 2025, anticipando così eventuali difficoltà economiche legate al pagamento del canone.
Le cose si complicano per coloro che, pur avendo il diritto all’esenzione, non compiranno 75 anni entro il 31 gennaio 2025. I nati tra il 1° febbraio e il 30 giugno 1950, che compiranno i 75 anni entro la fine di giugno, dovranno presentare la richiesta di esenzione solo a partire dal 1° febbraio 2025. Questo significa che, in questo caso, l’esenzione sarà valida soltanto per il secondo semestre dell’anno, costringendo queste persone a pagare il canone per i primi sei mesi.
Infine, per coloro nati tra il 1° luglio 1950 e il 31 gennaio 1951, l’esenzione non sarà applicabile fino al 2026, creando così un’ulteriore differenza tra le diverse fasce di età e reddito.
La modifica delle normative sul canone Rai, che entreranno in vigore dal 2025, rappresenta un tentativo di rendere più equa la distribuzione del costo del servizio pubblico televisivo. Tuttavia, nonostante le esenzioni, molti cittadini rimangono indignati per la necessità di pagare un canone che, a loro avviso, non sempre corrisponde al livello di servizio ricevuto. La Rai, infatti, è spesso al centro di critiche riguardanti la qualità dei suoi programmi, la trasparenza nella gestione dei fondi e la capacità di attrarre un pubblico giovane.
In un contesto in cui il mondo dell’intrattenimento sta cambiando rapidamente, con la diffusione di piattaforme di streaming e contenuti on-demand, la rilevanza del canone Rai è sempre più messa in discussione. Molti si chiedono se sia giusto continuare a sostenere un sistema che potrebbe non rispondere più alle esigenze dei cittadini. La questione rimane aperta e suscita un ampio dibattito pubblico, in attesa di una risposta chiara e soddisfacente da parte delle istituzioni.