La strage di Erba ha segnato un capitolo tragico della cronaca italiana, e il prossimo 10 ottobre si aprirĂ un nuovo capitolo che potrebbe cambiare il corso della giustizia. La Corte di Cassazione sarĂ chiamata a esaminare la richiesta di revisione presentata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per i drammatici eventi del 2006. Dopo quasi due decenni trascorsi in prigione, potrebbe esserci una possibilitĂ per ottenere una revisione della sentenza che li ha resi colpevoli dell’omicidio di quattro persone.
Il processo che ha sconvolto Erba
Il 11 dicembre 2006, la quiete del paesino di Erba fu interrotta da una violenza inaspettata. Le vittime, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di soli due anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, furono barbaramente uccise. Un altro protagonista di questa triste vicenda è Mario Frigerio, marito di Valeria, che sopravvisse all’attacco ma morì in seguito per le conseguenze delle ferite. La brutalitĂ del crimine ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, portando all’arresto di Olindo e Rosa, che furono condannati e per i quali la Cassazione è oggi pronta a riesaminare le prove e le testimonianze.
Le ultime speranze di revisione
La domanda che ora occupa i tribunali è se ci siano elementi validi per riaprire il caso. Nel ricorso presentato alla Cassazione dai legali dei coniugi, si segnalano nuove prove che potrebbero portare a una revisione della sentenza. Tra questi, l’affidabilitĂ della testimonianza di Mario Frigerio è oggetto di discussione. I legali sostengono che le sue dichiarazioni potrebbero essere state influenzate dall’inalazione di fumi tossici, considerato che gli assassini appiccarono un incendio per nascondere le prove. Questa maschera di confusione e sofferenza solleva interrogativi sul valore delle testimonianze acquisite durante le indagini.
Ma non solo. La difesa sottolinea la fragile condizione psichica di Olindo e Rosa al momento delle confessioni, che vennero poi ritrattate. Questo aspetto è stato ritenuto da molti come uno dei punti deboli del processo, alimentando dubbi sull’affidabilitĂ di ciĂ² che era stato dichiarato. I legali puntano su queste e altre argomentazioni per giustificare una possibile riapertura del caso, cercando di convincere la Corte a riconsiderare il tutto alla luce delle nuove informazioni presentate.
Le prove respinte dalla Corte d’appello
Un altro punto cruciale riguarda il diniego della Corte di Appello di Brescia, che ha rigettato senza dibattimento la richiesta di revisione. I giudici hanno giudicato come non nuove le evidenze che venivano proposte, ritenendo le confessioni di Olindo e Rosa come valide e attendibili; e hanno contestato la pista alternativa suggerita dalla difesa, che parlava di una faida legata al traffico di droga e di possibili complotti per infangare i due imputati.
La Corte ha escluso categoricamente che le presunte “novitĂ ” forniscano una base sufficiente per pensare a una revisione, sostenendo che la difesa non sia riuscita a portare sufficienti elementi a favore della loro tesi. Ora, sarĂ cruciale per i giudici della Cassazione stabilire se queste decisioni siano state giuste e se vi siano state carenze nella verifica delle prove presentate.
Di fronte a questo scenario, il futuro di Olindo Romano e Rosa Bazzi è appeso a un filo, mentre l’attenzione degli italiani rimane alta. Saranno i giudici della Cassazione a decidere se confermare la sentenza della Corte d’appello o se aprire un nuovo capitolo in questa intricata vicenda giudiziaria.