La tragedia avvenuta a Mestre il 3 ottobre scorso ha scosso profondamente la comunità locale e internazionale. Le perizie tecniche depositate in procura a Venezia hanno portato alla luce un elemento cruciale: il sistema dello sterzo del bus è stato individuato come causa principale dell’incidente. Una rottura del giunto che collega il volante alle ruote, non derivata da altri urti, ma dal cedimento di un perno del sistema di trasmissione, ha reso il mezzo ingovernabile e impossibile da frenare. Questo tragico evento ha provocato la morte di 22 persone e il ferimento di altre 14, molte delle quali turisti stranieri.
Esclusione di responsabilità dell’autista e indagati noti
Le perizie hanno escluso ogni responsabilità da parte dell’autista del bus, Alberto Rizzotto, che si trovava alla guida al momento dell’incidente. Non sono emersi segni di malore o distrazioni dovute a telefonate o messaggi sul suo cellulare. Le indagini, sebbene non siano ancora chiuse, non hanno portato a ulteriori indagati oltre ai quattro già coinvolti: i tre funzionari del comune di Venezia Simone Agrondi, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, e il titolare della compagnia di autobus elettrici, Massimo Fiorese.
Ruolo delle barriere del cavalcavia
Le condizioni delle barriere del cavalcavia di Mestre, risalenti agli anni Settanta, potrebbero aver giocato un ruolo significativo nella tragedia. Secondo il consulente incaricato, le barriere non erano in grado di resistere a un impatto come quello verificatosi, essendo usurate e trascurate dal punto di vista della manutenzione. Questo elemento potrebbe aver contribuito alla dinamica dell’incidente e alle sue conseguenze.
Immagini drammatiche dalle telecamere interne
Le autorità hanno a disposizione immagini delle telecamere interne del bus che riprendono gli istanti precedenti alla caduta dal cavalcavia. Tuttavia, tali riprese non sono state rese pubbliche a causa della loro drammaticità. Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha sottolineato che le immagini mostrano l’istante dell’impatto e le reazioni dei passeggeri, compresi i minori a bordo. Per questo motivo, la decisione è stata presa di limitarne la diffusione al fine di rispettare la sensibilità delle persone coinvolte.
Approfondimenti
- Nel testo dell’articolo vengono menzionati diversi personaggi e avvenimenti significativi legati alla tragedia avvenuta a Mestre il 3 ottobre scorso. Sarà utile fornire alcune informazioni dettagliate su ciascuno di essi:
1. Mestre: Mestre è una città situata nella regione del Veneto, in Italia, nei pressi di Venezia. È un importante centro urbano e un crocevia di trasporti, con una popolazione multiculturale e una forte presenza turistica.
2. Venezia: Venezia è una città situata nel nord-est dell’Italia e è famosa per i suoi canali, le gondole e l’architettura rinascimentale. È il capoluogo della regione del Veneto ed è patrimonio dell’umanità UNESCO.
3. Alberto Rizzotto: L’autista del bus coinvolto nell’incidente. Le perizie hanno escluso la sua responsabilità, confermando che non sono emersi segni di distrazione o altre cause umane che possano aver contribuito all’incidente.
4. Simone Agrondi, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro: Tre funzionari del comune di Venezia coinvolti nelle indagini sull’incidente. Le autorità stanno valutando il loro coinvolgimento nella tragica vicenda.
5. Massimo Fiorese: Il titolare della compagnia di autobus elettrici a cui apparteneva il bus coinvolto nell’incidente. Anche lui è coinvolto nelle indagini per determinare eventuali responsabilità legate alla manutenzione dei mezzi.
6. Bruno Cherchi: Il procuratore capo di Venezia. Si occupa delle indagini sull’incidente e ha deciso di non rendere pubbliche le immagini delle telecamere interne del bus per rispettare la sensibilità delle persone coinvolte.
L’incidente a Mestre ha evidenziato problemi legati alla manutenzione degli autobus, alle condizioni delle infrastrutture stradali e alle procedure di sicurezza nel trasporto pubblico. Le autorità stanno lavorando per determinare le cause precise dell’incidente al fine di evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.
Ultimo aggiornamento il 21 Giugno 2024 da Marco Mintillo