Strage di Piazza della Loggia: Testimonianza Chiave Smentisce Alibi Di Roberto Zorzi

Strage di Piazza della Loggia: Testimonianza Chiave Smentisce Alibi Di Roberto Zorzi

Nuove testimonianze nel processo sulla Strage di Piazza della Loggia mettono in discussione l’alibi di Roberto Zorzi, complicando ulteriormente un caso che segna la storia italiana.
Strage di Piazza della Loggia3A Strage di Piazza della Loggia3A
Strage di Piazza della Loggia: Testimonianza Chiave Smentisce Alibi Di Roberto Zorzi - Gaeta.it

L’iter giudiziario riguardante la Strage di Piazza della Loggia, che il 28 maggio 1974 costò la vita a otto persone, continua a riservare sorprese e colpi di scena. Durante il processo in corso presso il tribunale di Brescia, è emersa una testimonianza che mina le fondamenta dell’alibi presentato da Roberto Zorzi, imputato e accusato di aver partecipato attivamente all’attentato. La questione si complica ulteriormente, rendendo cruciale l’esame delle dichiarazioni e delle prove a sostegno delle accuse e delle difese.

La testimonianza di Francesco Delfino

Il capitano dei carabinieri Francesco Delfino, in un verbale del 7 agosto 1974, ha descritto un accertamento effettuato il giorno dopo la strage. Secondo la sua ricostruzione, il maresciallo Siddi fu inviato a Verona per verificare la presenza di Zorzi nel bar di Porta San Giorgio. Testimoni affermarono che Zorzi era stato visto in quel luogo fino alle 10 del mattino dello stesso giorno in cui avvenne l’attentato. Questo elemento sembrava rafforzare la posizione di Zorzi, presentato come una sorta di innocente ignaro, lontano dall’epicentro della tragedia.

La smentita della figlia del barista

Nonostante le dichiarazioni di Delfino, la figlia del barista, oggi ascoltata come testimone nel nuovo processo, ha stravolto le certezze precedenti. “Non conosco Zorzi e non ho mai detto queste parole ai carabinieri, che a me non hanno chiesto nulla,” ha dichiarato, negando di ricordare incontri o conversazioni tra il padre e l’imputato. La testimone ha ulteriormente precisato di non avere alcun legame con Zorzi, affermando che il padre si limitava a vendere biglietti, senza alcun coinvolgimento personale o professionale con lui.

Le implicazioni della testimonianza

Questa nuova dichiarazione ha generato interrogativi sulla veridicità delle precedenti indagini, rendendo necessaria una rivisitazione delle prove raccolte nei decenni. La Corte d’Assise, presieduta da Roberto Spanò, deve ora prendere atto di questi nuovi sviluppi e valutare l’impatto che potrebbero avere sul caso che ha segnato profondamente la collettività italiana. La tensione emotiva e giuridica dietro questo processo è palpabile, poiché non solo le vite delle persone coinvolte sono in gioco, ma anche la memoria di una strage che ha lasciato un segno indelebile nella storia.

Con l’avvicinarsi della conclusione del processo, molti temono che la verità possa emergere solo a distanza di anni, mentre il dolore e la ricerca di giustizia continuano a permeare il clima nella città di Brescia. La situazione rimane delicata, con numerosi dettagli da chiarire e un’atmosfera di attesa palpabile tra i familiari delle vittime e l’opinione pubblica.

Change privacy settings
×