La strategia nazionale del governo italiano sull’idrogeno, sviluppata grazie al lavoro del gruppo guidato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è finalmente pronta. Questo piano include tre scenari di diffusione dell’idrogeno, un elemento fondamentale per la decarbonizzazione del Paese. Il documento rappresenta uno sforzo mirato a creare un mercato dell’idrogeno funzionante e a ridurre il divario di prezzo tra l’idrogeno “green” e quelli di altre tipologie, come l’idrogeno “grigio” e “blu”, che continuano a gravare sui costi energetici.
Il percorso verso la produzione di idrogeno
Il piano si articola su un percorso triennale diviso in tre fasi: breve, medio e lungo termine. La prima fase, che si estende fino al 2030, si concentra soprattutto sull’implementazione di progetti di produzione di idrogeno, finanziati attraverso il Pnrr . Questa fase iniziale prevede lo sviluppo delle cosiddette “hydrogen valleys”, zone in cui verranno realizzati impianti per la produzione di idrogeno a partire da energia rinnovabile. Si punta a realizzare infrastrutture solide affinché il Paese possa produrre energia pulita e ridurre la propria dipendenza da fonti esterne.
Il secondo step, che copre il periodo 2030-2040, mira a far decollare un mercato autentico per l’idrogeno, incoraggiando soluzioni commerciali su larga scala. Durante questo periodo, sarà cruciale investire in tecnologie per la produzione e utenza di idrogeno, garantendo al contempo la sostenibilità delle fonti utilizzate. La fase conclusiva, da qui al 2050, prevede un’utilizzazione potenziale dell’idrogeno che possa coprire il 18% dei consumi finali dell’industria e del 30% quelli dei trasporti.
Tre scenari di sviluppo fino al 2050
Il documento illustra tre scenari di sviluppo fino al 2050, presentando proiezioni varie per i consumi di idrogeno. Il primo scenario, definito “scenario base”, prevede un consumo di 6,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, di cui 3,9 milioni destinati esclusivamente ai trasporti e 1,6 milioni all’industria. Un approccio più ambizioso, chiamato “scenario intermedio”, prevede un incremento a 9,1 milioni di tonnellate, di cui 5,2 per il settore dei trasporti. L’ultimo scenario, il “massimo”, arriva a una richiesta complessiva di circa 12 milioni di tonnellate, riflettendo un interesse crescente verso la transizione energetica.
L’offerta di idrogeno: produzione interna e importazioni
Nel documento vengono delineati due scenari per l’offerta di idrogeno, considerando diversi mix di produzione interna e importazioni. Il primo scenario prevede un’ampia produzione domestica, con il 70% dell’idrogeno prodotto in Italia e solo il 30% di importazioni. Ciò comporterebbe una produzione nazionale tra i 4 e gli 8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Gli investimenti necessari per la costruzione di impianti e infrastrutture legate all’elettrolisi si attesterebbero tra gli 8 e i 16 miliardi di euro.
Il secondo scenario prevede invece una produzione interna limitata al 20%, con il restante 80% proveniente da import. Questo approccio ridurrebbe gli investimenti richiesti per le tecnologie di produzione a una cifra compresa tra i 2 e i 5 miliardi di euro, consentendo di destinare risorse a fonti alternative e rinnovabili.
Infrastrutture e collegamenti strategici per l’idrogeno
Per supportare la produzione e il consumo di idrogeno, è necessaria una robusta infrastruttura. Un progetto chiave è il SoutH2Corridor, il quale si propone di collegare i centri di produzione del Nord Africa con i poli di consumo dell’Europa centrale. Questo corridoio è essenziale per garantire un approvvigionamento costante e sostenibile.
In aggiunta a ciò, le infrastrutture portuali giocheranno un ruolo fondamentale nel soddisfare la domanda di idrogeno, con la possibilità di riconvertire materiali come ammoniaca verde e metanolo come ulteriori forme di energia. La pianificazione di questi interventi va di pari passo con l’intento di ottimizzare i costi e migliorare l’efficienza energetica complessiva, vista la competitività attuale dei vari tipi di idrogeno disponibili sul mercato.
Il futuro dell’idrogeno in Italia si fa quindi sempre più chiaro: una strategia solida e ben strutturata che mira non solo alla produzione sostenibile, ma anche a una rete infrastrutturale interconnessa, che possa facilitare la transizione verso un’economia più verde e a basse emissioni di carbonio.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Laura Rossi