Nei passati giorni, il tema del culto della stregoneria ha dominato il dibattito durante il convegno “San Barbato ‘Defensor Civitatis’ e Costruttore della Chiesa Beneventana“, tenutosi a Castelvenere. Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – S. Agata dei Goti, ha sottolineato l’importanza di contrastare la superstizione, un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, non solo nella regione del Sannio, ma in tutto il territorio. Questo incontro ha avuto luogo in occasione delle celebrazioni patronali in onore di San Barbato, una figura di grande rilevanza religiosa e storica per la comunità locale.
La figura di San Barbato e il suo impatto
San Barbato, nato nel 602 a Castelvenere, è un personaggio di fondamentale importanza per la storia ecclesiastica beneventana. La sua opera di conversione dei Longobardi al Cristianesimo è particolarmente ammirata. Questo popolo, pur essendo stato battezzato, continuava a venerare idoli e pratiche pagane, come la famosa vipera d’oro e gli alberi sacri. Barbato si distinse non solo per la sua religiosità , ma anche per la sua determinazione nel promuovere una fede pura e sincera. La sua vita rappresenta una lotta contro le superstizioni e una testimonianza di ciò che significa essere un vero leader spirituale.
Durante l’incontro, il vescovo ha evidenziato come la Chiesa abbia affrontato e continui a combattere le varie forme di superstizione, sottolineando l’importanza della fede autentica come antidoto contro tali credenze. La figura di San Barbato si erge pertanto come simbolo non soltanto di conversione religiosa, ma anche di emancipazione culturale.
Celebrazioni locali e significato della partecipazione
Il convegno ha visto una significativa partecipazione da parte della comunità locale e oltre. Il sindaco di Castelvenere, Alessandro Di Santo, e il parroco don Domenico De Santis hanno dato il benvenuto ai partecipanti, creando un’atmosfera di condivisione e reciproco rispetto. Un momento di particolare rilevanza è stata la relazione del professore Raffaele Simone, che ha approfondito il contesto storico e culturale in cui visse San Barbato.
L’evento ha anche attirato l’attenzione di una delegazione del comune di Cicciano . Ugo De Flaviis ha portato in mostra una statua in legno del 1600 dedicata a San Barbato, custodita dalla Fondazione “Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi”. Questa statua rappresenta un legame tangibile con la tradizione e la storia, e la sua esposizione ha contribuito a rendere il convegno ancora più memorabile e significativo.
Il ruolo della Chiesa nella lotta alle superstizioni
Le parole di mons. Mazzafaro hanno risuonato forti e chiare: la Chiesa è in prima linea nella lotta contro le superstizioni, considerando tali credenze un ostacolo alla vera fede. La figura storica di San Barbato serve come esempio di come l’autenticità religiosa possa vincere le tenebre della superstizione. La presenza del vescovo durante la manifestazione non è stata solo una questione di protocollo, ma un chiaro messaggio all’intera comunità : la necessità di unire le forze per promuovere la spiritualità genuina e combattere le idee erronee che persistono nel tempo.
Questo evento non è stato solo una celebrazione di San Barbato, ma anche un invito a riflettere sulle radici culturali che possono trascendere il tempo e influenzare il modo di vivere della comunità . La lotta contro le superstizioni, come messo in evidenza dal vescovo, è un tema che continuerà a essere attuale per la Chiesa e per tutti coloro che credono nei valori autentici della fede cristiana.