La recente decisione della dirigenza del Liceo Cavour di Roma ha suscitato reazioni accese tra gli studenti. Dopo l’occupazione della scuola durata alcuni giorni, una dozzina di ragazzi ha ricevuto sospensioni che variano da 5 a 15 giorni, a cui si aggiungono lavori “rieducativi”. Questa misura disciplina, come denunciato dai diretti interessati, si configura non solo come una punizione, ma anche come un attacco al diritto di esprimere dissenso e opinioni diverse all’interno dell’istituto.
le polemiche sulle sospensioni
Secondo quanto riferito dagli studenti coinvolti, i provvedimenti disciplinari sono stati irrogati in modo arbitrario, ritenendoli legati alle posizioni espresse durante i Consigli di classe. “Questa è stata la risposta della preside”, affermano. Raccontano che i consigli sono stati caratterizzati da una serie di valutazioni che andavano oltre le azioni compiute durante l’occupazione, persino cospargendo di sospensioni gli studenti che si sono dichiarati favorevoli a rivendicazioni legittime. La lamentela principale è che il dissenso non dovrebbe essere soggetto a repressione, ma piuttosto accolto come parte di un sano dibattito democratico.
Per gli studenti, le situazioni di disagio e conflitto che hanno portato all’occupazione non sono un problema isolato del Liceo Cavour, ma riflettono una condizione più generalizzata presente in molte scuole romane. La loro affermazione mette in luce la volontà di esprimere un’opinione collettiva riguardo a un clima di repressione che percepiscono come sempre più diffuso.
una narrazione distorta
L’aspetto più inquietante che gli studenti denunciano è quello di una narrazione distorta costruita attorno a questa vicenda. Sul fronte della dirigenza, vi è stata una tentata delegittimazione dell’occupazione, messa in atto attraverso l’informazione errata sul contesto in cui la scuola si troverebbe, suggerendo una realtà di violenza e scontro che non corrisponde a quanto vissuto. Il gruppo di studenti sottolinea che molte delle affermazioni fatte dalla dirigenza sono frutto di una strategia mirata a creare divisione al proprio interno, interpretando l’occupazione come un atto di una minoranza violenta piuttosto che come manifestazione di una richiesta di cambiamento da parte di una comunità studentesca molto più ampia.
mobilitazione e solidarietà
In risposta alle sospensioni, gli studenti stanno avviando un’ampia raccolta firme. Quest’iniziativa si propone di raccogliere le adesioni di chi desidera manifestare il proprio disaccordo con le decisioni prese dalla dirigenza della scuola. L’obiettivo è attrarre il supporto della comunità scolastica e di chiunque voglia dimostrare solidarietà nei confronti dei dieci studenti penalizzati. Entro gennaio, gli studenti intendono convocare una grande assemblea aperta a tutti, ritenendo fondamentale il diritto di mobilitazione come strumento necessario per rivendicare la libertà di espressione.
Questa mobilitazione non si limita ai confini del Liceo Cavour, ma si inserisce all’interno di un contesto più ampio, che coinvolge diverse scuole romane. La volontà di esprimere solidarietà e di creare un fronte comune si è fatta concreta, rinnovando la richiesta di un dialogo costruttivo e aperto tra studenti e istituzioni.
Ultimo aggiornamento il 18 Dicembre 2024 da Marco Mintillo