Studenti in protesta: contro il riarmo e i tagli all'istruzione in varie città italiane

Studenti in protesta: contro il riarmo e i tagli all’istruzione in varie città italiane

Studenti universitari e liceali manifestano in diverse città italiane contro i tagli all’istruzione e le spese militari, chiedendo investimenti nella formazione e un futuro scolastico migliore.
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Studenti in protesta: contro il riarmo e i tagli all'istruzione in varie città italiane - Gaeta.it

In queste ultime ore, studenti universitari e liceali stanno manifestando in diverse città italiane per esprimere il loro dissenso contro i tagli all’istruzione e le politiche di riarmo imposte dall’Unione Europea. Le proteste si sono unite a una mobilitazione più ampia, promossa da Usb, che chiede un contratto equo per il personale docente e non docente. La manifestazione nazionale denominata “Allarme Rosso contro la Scuola di Valditara e dell’Ue” ha visto la partecipazione di gruppi come Osa e Cambiare Rotta, che sostengono la lotta per un futuro scolastico e universitario migliore.

Roma: studenti in tenda e segnali di protesta

Nella capitale, gli studenti hanno preso posizione di fronte al ministero dell’Università, dove hanno dormito in tenda per attirare l’attenzione sulla loro causa. Oggi, sono pronti a “battagliare” contro i tagli ai fondi destinati all’istruzione. Tra i punti chiave della protesta figura la richiesta di risorse per l’università piuttosto che per investimenti militari, oltre alla lotta contro le molestie e per il diritto alla casa. È emerso un manifesto, con dieci punti specifici, esposto in una piramide di cartone, mentre un manichino a grandezza naturale con le sembianze del ministro Bernini ha catturato l’attenzione delle persone presenti.

Durante la manifestazione, gli studenti hanno anche voluto rendere omaggio alle vittime recenti di violenza di genere, ricordando con un minuto di rumore e il suono di una sirena i nomi di Ilaria e Sara. La protesta ha incluso atti simbolici, come l’incenerimento di una bandiera dell’Unione Europea, rivendicando una scuola diversa da quella proposta dal governo e dall’Unione.

Genova: corteo contro la guerra e per la formazione

In Liguria, un altro gruppo di studenti ha preso parte a una forte manifestazione a Genova. Diverse centinaia di giovani hanno marciato nel centro città, proclamando un deciso “no” alle spese per armamenti e difendendo la necessità di investire in formazione e salute. Lo striscione principale portava la scritta “soldi alla formazione non alla guerra”.

La protesta si è concentrata sui volti noti della politica europea, come Ursula Von der Leyen e Giorgia Meloni, le cui immagini sono state appese a un lampione per essere bersaglio di lanci di cachi. I manifestanti hanno espresso preoccupazione riguardo al riarmo europeo, sottolineando che questo porta inevitabilmente verso conflitti, come quelli già in atto in Ucraina e Gaza, a danno del popolo palestinese.

Torino: mobilitazione contro i tagli all’istruzione e il riarmo

La situazione non è diversa a Torino dove centinaia di studenti si sono riuniti in piazza, organizzati principalmente da collettivi come Cambiare Rotta e Fronte della Gioventù Comunista. Anche qui, la manifestazione è stata aperta da uno striscione col messaggio “Soldi alla formazione non alla guerra”, accompagnato da un manichino che rappresentava il ministro Valditara con un elmetto in testa.

Molti degli attivisti hanno voluto sottolineare il disagio che provano per il deterioramento della qualità della formazione e per la situazione precaria di molti studenti e lavoratori. Caterina Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti, ha evidenziato l’urgente necessità di fermare il processo di aziendalizzazione delle scuole e la pressione che gli studenti vivono quotidianamente. Ha ricordato un recente incidente in alternanza scuola-lavoro in cui uno studente ha riportato ferite, sollevando interrogativi sulla sicurezza e l’efficacia di tali programmi.

Napoli: la “colazione precaria” per il futuro della ricerca

A Napoli, un gruppo di precari della ricerca ha scelto un approccio differente per esprimere il proprio dissenso, organizzando una “colazione precaria” in concomitanza a un convegno tenuto dalla ministra Bernini. Con caffè e cornetti, hanno voluto mettere in evidenza le problematiche legate ai tagli nel settore universitario, che si stimano circa 1.3 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

I portavoce di questo movimento hanno fatto notare che tali riduzioni porteranno al licenziamento di molti precari, rappresentanti del 40% della forza lavoro nel campo universitario. Hanno messo in guardia sulle possibili conseguenze che questi tagli potrebbero avere sul sistema educativo, in particolare nel Meridione. La manifestazione si è ancora concentrata sull’idea di un futuro in cui gli uffici universitari collaborino con il settore privato, favorendo l’istruzione di qualità.

Questi eventi evidenziano un clima di crescente insoddisfazione tra gli studenti e i lavoratori del settore educativo in Italia, una situazione che richiederà attenzione da parte del governo e della società civile. Le richieste espresse durante le manifestazioni riflettono una lunga serie di istanze che richiedono risposte concrete per il presente e il futuro del sistema educativo.

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