C’è un crescente interesse nella comunità scientifica riguardo al complesso legame tra invecchiamento e cancro. Uno studio italiano pubblicato sulla rivista Nature Aging offre nuove prospettive su questo argomento. I ricercatori Lucrezia Trastus e Fabrizio d’Adda di Fagagna, dell’Istituto di oncologia molecolare di Fondazione Airc e dell’Istituto di genetica e microbiologia del Cnr di Pavia, hanno indagato i meccanismi molecolari comuni a queste due condizioni. Le loro scoperte non solo illuminano la relazione fra invecchiamento e sviluppo tumorale, ma pongono anche interrogativi sulle terapie attuali e future.
Comorbidità e invecchiamento: l’epidemia silenziosa
L’Organizzazione Mondiale della Salute riporta che in Italia l’aspettativa di vita è di 82 anni, ma l’aspettativa di vita sana si attesta solo a 71 anni. Questo implica che negli ultimi dieci anni di vita, una significativa porzione della popolazione può soffrire di varie patologie legate all’invecchiamento, inclusa la comparsa del cancro. Si stima che attualmente un quarto della popolazione italiana superi i 65 anni, una statistica che farà crescere l’incidenza di malattie croniche nel prossimo futuro. Il cancro rappresenta una minaccia particolarmente grave, con circa una persona su cinque che sviluppa questa malattia nel corso della vita. Osservazioni cliniche hanno mostrato che il 50% delle diagnosi di tumore avviene in persone sopra i 70 anni, rendendo evidente come il cancro sia frequentemente associato all’invecchiamento.
La complessità di questa situazione ha spinto i ricercatori a studiare in profondità le analogie tra i processi di invecchiamento e quelli tumorali. Secondo d’Adda di Fagagna, l’analisi critica di questo legame punta a rivelare le vere origini di fenomeni di salute e malattia. Il team di ricerca ha esaminato le dinamiche del genoma, il danno al Dna e l’accumulo di mutazioni nel corso del tempo, determinando come questi fattori possano influenzare sia la genesi di tumori che l’omeostasi dei tessuti durante il processo di invecchiamento.
Telomeri e senescenza cellulare: le chiavi del mistero
Nei laboratori di Ifom e Cnr di Pavia, il lavoro di ricerca sui telomeri, le estremità dei cromosomi, ha rivelato il loro ruolo fondamentale nel processo di invecchiamento. Col passare degli anni, i telomeri si accorciano, portando a senescenza cellulare e deterioramento dei tessuti. Questa riduzione della lunghezza dei telomeri potrebbe, paradossalmente, essere un meccanismo evolutivo sviluppatosi per prevenire la trasformazione neoplastica delle cellule e limitare la loro proliferazione.
Nel loro lavoro, Trastus e d’Adda di Fagagna si sono focalizzati su come modificare la lunghezza dei telomeri o eliminare le cellule senescenti possa influenzare lo sviluppo di tumori. Hanno scoperto che esiste una connessione diretta tra questi processi e l’insorgenza di cancro. Inoltre, il loro studio ha mostrato come i tumori tendano a svilupparsi più lentamente negli animali di laboratorio anziani rispetto a quelli più giovani, un fatto che sembra contraddire i modelli osservati negli esseri umani, incitando i ricercatori a riflettere sulla differenza tra specie e sulla rilevanza della scelta degli animali modello nello studio del cancro e dell’invecchiamento.
Futuro terapeutico: opportunità e sfide
L’analisi condotta da Trastus e d’Adda di Fagagna offre importanti spunti anche in termini di sviluppo terapeutico. Un approccio integrato che consideri congiuntamente cancro e invecchiamento si sta dimostrando sempre più promettente. L’idea è quella di esplorare le possibilità di riconversione dei farmaci, originariamente progettati per combattere il cancro, per trattare anche le malattie legate all’invecchiamento. Le terapie emergenti e le strategie terapeutiche potrebbero influenzare significativamente la prognosi dei pazienti, migliorando la qualità della vita e allungando l’aspettativa di vita sana.
Questa ricerca non solo aiuta a comprendere i meccanismi alla base dell’invecchiamento e del cancro, ma ha anche il potenziale di rivoluzionare le pratiche cliniche, creando nuove opportunità per la medicina personalizzata. Per questo motivo, il lavoro svolto dai ricercatori italiani non solo arricchisce il dibattito scientifico, ma segna anche un passo importante nella lotta contro malattie complesse e diffuse.