La contaminazione del polline raccolto dalle api mellifere è un tema di crescente preoccupazione. Recenti ricerche, condotte nel Trentino Alto Adige e nel Veneto, mettendo in luce come la composizione del paesaggio e la stagionalità influenzino significativamente la presenza di residui di prodotti fitosanitari nel polline. Il rapporto, redatto dal Centro trasferimento tecnologico della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, analizza i risultati di uno studio condotto tra il 2017 e il 2020 su 14 località, evidenziando dettagli che pongono interrogativi sulle pratiche agricole e sulla salute degli insetti impollinatori.
La metodologia dello studio e l’analisi dei campioni
Lo studio ha seguito una metodologia rigorosa, consistente nel posizionamento di due alveari in ciascuna delle 14 località selezionate. Le api hanno raccolto polline a cadenza mensile, permettendo una raccolta sistematica e diversificata. Per valutare le varie fasi del paesaggio e le differenze tra i siti, è stata analizzata l’incidenza dei principali tipi di habitat in un raggio di 3 chilometri attorno agli alveari. Per questa analisi è stata utilizzata l’Analisi delle componenti principali , un approccio statistico efficace per comprendere l’eterogeneità ambientale.
Nel polline raccolto, i ricercatori hanno cercato oltre 400 composti chimici, misurando la presenza di residui di fitosanitari attraverso il calcolo del Pollen hazard quotient . Questo indice fornisce informazioni sulla potenziale tossicità del polline per le api. Sono stati analizzati 200 campioni di polline, rivelando che solo il 3% di essi era completamente privo di residui. Quasi 100 composti diversi sono stati identificati, con predominanza di fungicidi. I risultati evidenziano una preoccupante presenza di prodotti chimici nel polline, in grado di compromettere la salute delle api.
Risultati e rilevanza del Pollen hazard quotient
La misurazione del Pollen hazard quotient ha svelato risultati inquietanti. In particolare, il 16% dei campioni analizzati ha mostrato valori di PHQ superiori a 1000, indicando una potenziale tossicità significativa per le api. Ulteriormente, i valori di PHQ variavano a seconda della stagione: nella finestra da aprile a luglio, il PHQ era significativamente più elevato, con un picco a giugno. Questa stagionalità suggerisce che il rischio per le api aumenta nei mesi primaverili e estivi, quando la presenza di residui nel polline è più alta.
In aggiunta, è emerso che la composizione del paesaggio influisce sulla contaminazione. È stato riscontrato che la percentuale di aree agricole può incrementare la presenza di residui di fitosanitari, mentre la presenza di aree naturali e semi-naturali sembra avere un effetto opposto, riducendo tali residui. Questi risultati pongono domande sulle pratiche agricole attuali e l’importanza di mantenere una prospettiva ecologica nella gestione del territorio. La connessione tra paesaggio e salute delle api non è mai stata così evidente.
Le implicazioni per la salute degli insetti impollinatori
Il legame tra la contaminazione del polline e la salute delle api è di fondamentale importanza. Le api mellifere svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema e nella produzione alimentare. La presenza di residui di fitosanitari nel polline rappresenta una minaccia diretta alla loro salute, con potenziali conseguenze anche sugli equilibri ecologici. Un polline contaminato può compromettere il sistema immunitario delle api, rendendole più vulnerabili a malattie e parassiti.
Con questi dati, emerge l’urgenza di sviluppare strategie agricole più sostenibili, che considerino la salute degli impollinatori e minimizzino l’uso di prodotti chimici. Le azioni per preservare e ripristinare aree naturali e la diversificazione delle pratiche agricole possono contribuire a creare un ambiente più salubre per le api. Le implicazioni di questo studio sono chiare: la salute delle api deve essere una priorità nelle politiche agricole e ambientali per garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e la biodiversità.
Ultimo aggiornamento il 23 Gennaio 2025 da Marco Mintillo