La mortalità tra le persone vedove è un fenomeno che suscita preoccupazione, con effetti particolarmente gravi per gli uomini. Un recente studio condotto nell’ambito del progetto Pnrr Age-It ha esaminato dati dell’INPS dal 2014 al 2022, rivelando che la perdita di un partner può aumentare significativamente il rischio di morte. Questo articolo esplora i risultati della ricerca, evidenziando differenze tra i generi, fattori socioeconomici e territoriali che influenzano queste statistiche allarmanti.
Rischi di mortalità in aumento tra vedovi e vedove
I dati dello studio mostrano che gli uomini che perdono il partner presentano un rischio di mortalità superiore del 35% rispetto a quelli sposati. Anche le donne vedove non sono esenti da questo fenomeno, con un incremento del 24% nel rischio di morte. Questi risultati sul lutto coniugale pongono in evidenza la gravità delle conseguenze emotive e fisiche collegate alla perdita di una persona cara, suggerendo che il lutto può portare a un deterioramento della salute generale.
I primi mesi dopo la morte del coniuge risultano essere particolarmente critici. In questo intervallo temporale, gli effetti negativi sulla salute possono intensificarsi, contribuendo a un aumento del rischio di mortalità. La ricerca sottolinea la necessità di prestare attenzione alle conseguenze a lungo termine della perdita, considerando tranched altri studi che collegano stress e lutto a situazioni cliniche avverse.
Disuguaglianze territoriali e socioeconomiche
Lo studio ha rivelato che le conseguenze del lutto non sono uniformi in tutto il territorio italiano. Le disparità territoriali mostrano un aumento significativo della mortalità tra i vedovi nelle regioni del Nord, come la Valle d’Aosta e il Veneto. Al contrario, le zone meno colpite sono state identificate in regioni come il Molise e la Sardegna. Queste differenze geografiche suggeriscono che il contesto regionale e le caratteristiche socioeconomiche possono influire in modo rilevante sulla capacità di far fronte al lutto.
Il fenomeno è ulteriormente complesso se si considera il reddito, in particolare nel caso dei pensionati. Mentre gli uomini con redditi medio-alti si trovano a fronteggiare il rischio maggiore subito dopo la perdita del partner, le donne con redditi più bassi tendono inizialmente a mostrare una resilienza superiore. Tuttavia, col passare del tempo, questa resistenza può svanire, rendendo le donne più vulnerabili e predisposte a un deterioramento della loro salute.
Implicazioni sociali e politiche da considerare
La ricerca, condotta da Chiara Ludovica Comolli del Dipartimento di Scienze Statistiche ‘Paolo Fortunati’ dell’Università di Bologna, insieme ai colleghi Diego Pieroni e Valentina Ricci dell’INPS, mette in luce non solo i rischi numerici, ma anche le ragioni sottostanti a queste tendenze. Secondo Comolli, le conseguenze del lutto si intrecciano con disuguaglianze economiche e sociali già esistenti, riflettendo un contesto di rapida evoluzione demografica in Italia. Considerando che quasi 4,4 milioni di italiani sono rimasti vedovi nel 2023, un intervento mirato su supporto psicologico e sociale è fondamentale.
Le istituzioni possono trarre vantaggio da queste informazioni per sviluppare strategie che affrontino le necessità di chi vive l’esperienza del lutto, soprattutto in aree geografiche e in gruppi vulnerabili. Un approccio più integrato può contribuire a migliorare la qualità della vita post-lutto, promuovendo servizi e risorse adeguate che rispondano a queste sfide sanitarie e sociali.
Ultimo aggiornamento il 20 Gennaio 2025 da Laura Rossi