La morte di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, ha aperto la strada a una potenziale transizione di potere all’interno del movimento. Tra i possibili successori vi sono figure di spicco con legami appurati con l’Iran, il che potrebbe portare a un’ulteriore radicalizzazione del gruppo. Ecco un’analisi approfondita dei tre principali candidati per la successione.
Yahya Sinwar: il leader guerriero di Gaza
Background e ascesa al potere
Yahya Sinwar è attualmente il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, una posizione che ricopre dal 2017. È uno degli architetti dell’attacco a Israele avvenuto il 7 ottobre, un’operazione che ha scatenato una crisi regionale. Nato sessantuno anni fa nel campo profughi di Khan Younis, Sinwar proviene da una famiglia espulsa da Ashkelon nel 1948, il che riflette le profonde radici storiche del conflitto israeliano-palestinese. Si ritiene viva in gran parte nei tunnel sotterranei che costituiscono una rete strategica per il gruppo e per questo motivo è stato definito “l’imprendibile” dalle autorità israeliane.
Sinwar ha un passato criminale significativo: ha trascorso 22 anni in carcere in Israele per il suo coinvolgimento nella morte di soldati e collaboratori palestinesi. La sua liberazione nel 2011, avvenuta durante uno scambio di prigionieri, ha segnato un punto di svolta nella sua carriera politica. Il governo degli Stati Uniti lo ha etichettato come terrorista nel 2015 e recentemente è stato oggetto di un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale per crimini di guerra.
Visione strategica e alleanze
La strategia di Sinwar si basa su un forte sostegno militante e su una chiara adesione a una linea politica provocatoria. Con i suoi legami con l’Iran, la sua leadership potrebbe portare a una maggiore militarizzazione e a un ulteriore allontanamento dal dialogo con Israele. Sinwar ha dimostrato di avere una visione aggressiva, il che lo rende un candidato temuto e rispettato sia all’interno di Hamas che tra i suoi oppositori.
Khaled Meshaal: il veterano della leadership in esilio
Carriera e relazioni internazionali
Khaled Meshaal ha ricoperto la carica di leader politico di Hamas dal 1996 fino al 2017. Considerato uno dei fondatori del gruppo insieme al suo mentore Ahmed Yassin, Meshaal risiede attualmente a Doha, in Qatar. La sua carriera è stata segnata da diversi momenti drammatici, incluso un attentato fallito da parte del Mossad nel 1997. La sua sopravvivenza è stata possibile grazie all’intervento del re giordano Hussein, che ha garantito il necessario antidoto.
Sin dalla sua espulsione dalla Giordania e dal Kuwait, ha mantenuto una posizione di leadership tra i membri in esilio di Hamas, dove ha giocato un ruolo chiave nei negoziati per la liberazione di prigionieri israeliani. Meshaal ha avviato una lieve apertura nei confronti di Israele, riconoscendo “la realtà ” del suo Stato, ma ha ribadito che il riconoscimento formale è subordinato al termine dell’occupazione israeliana e alla creazione di uno Stato palestinese.
Potenziali sfide alla leadership
La sua esperienza e capacità di navigare situazioni diplomatiche delicate lo posizionano come un possibile contenditore per la leadership di Hamas, nonostante le sue storie di conflitto con l’Iran. Meshaal potrebbe quindi portare un approccio meno belligerante, con una chiara intenzione di cercare una maggiore stabilità .
Zaher Jabareen: la voce della Cisgiordania
Ruolo attuale e biografia
Zaher Jabareen è un politico di spicco di Hamas nella Cisgiordania e uno dei vice di Haniyeh. È attualmente responsabile dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e gioca un ruolo critico nei negoziati per gli scambi tra ostaggi e prigionieri. Nato a Salfit, ha una lunga storia di attivismo e operazioni militari contro gli obiettivi israeliani fin dagli anni Novanta.
Jabareen è anche membro della dirigenza delle Brigate Izz al-Din al-Qassam, il braccio armato di Hamas. La sua esperienza lo rende una figura influente, ma vive in esilio dal 2011, il che limita la sua operatività politica diretta. Attualmente si crede si trovi nel campo profughi di Burj al-Shemali in Libano.
Aspetti chiave della sua leadership
Se Jabareen dovesse emergere come successore, potrebbe portare una forte enfasi sulla questione dei prigionieri e un’ulteriore militarizzazione delle operazioni di Hamas. La sua posizione è strategica e potrebbe far leva su un’agenzia politica che si concentra sulla liberazione dei prigionieri, consolidando il supporto con la base militante di Hamas e mantenendo una presenza attiva nelle trattative con Israele.
La transizione di leadership che si prospetta potrebbe avere profonde implicazioni per la strategia e le operazioni future di Hamas. Con le dinamiche regionali in continuo cambiamento, i prossimi mesi saranno cruciali per comprendere la direzione futura del movimento.