La situazione nelle Dolomiti resta critica per il pericolo di valanghe, con un allarme di grado 4, cioè “rosso“, segnalato dall’agenzia regionale per l’ambiente del Veneto . La combinazione di piogge molto intense e nevicate recenti ha creato condizioni instabili, soprattutto sotto i 2500-2700 metri di quota, dove il manto nevoso può rapidamente staccarsi e causare distacchi di grandi dimensioni. L’attenzione è alta per tutta l’area montana, specialmente sui pendii rivolti a ovest, nord e est.
condizioni meteo e accumulo di acqua nel manto nevoso
Nelle ultime 24 ore le Dolomiti hanno registrato precipitazioni abbondanti, con oltre 100 mm di pioggia caduti nelle zone meridionali e nelle Prealpi. Anche nelle Dolomiti settentrionali sono arrivati più di 50 mm di pioggia, valori che superano quelli previsti dai modelli meteorologici. Questo incremento di acqua ha inzuppato gli strati di neve presenti sotto i 2500-2700 metri, rendendo il manto instabile. L’eccesso di acqua filtra attraverso la neve, riducendo la coesione tra gli strati e aumentando il rischio che l’intero strato nevoso possa scivolare via in valanghe.
I pendii esposti ai venti e alle piogge, soprattutto quelli rivolti a ovest, nord e est, risultano più esposti a distacchi. Qui l’acqua, accumulandosi, può favorire il distacco di grandi masse nevose. Il terreno sotto la neve satura appare più scivoloso, e questo aumenta il potenziale per valanghe di grandi dimensioni capaci di travolgere tutto ciò che incontrano lungo il percorso.
neve fresca e influenza del vento sopra i 2500 metri
Sopra i 2500 metri la situazione cambia leggermente. Qui sono caduti circa 20-30 centimetri di neve fresca nelle ultime ore. Questa neve è stata modellata dai venti forti provenienti da sud-est, che ne hanno alterato la distribuzione e la consistenza. La neve ventata tende a formare accumuli instabili, con zone più dense e altre più leggere, fattori che peggiorano la stabilità del manto.
In queste quote elevate il rischio di valanghe è legato alla recente nevicata più che all’acqua piovana. La neve fresca non ha ancora consolidato gli strati sottostanti, e il forte vento la sposta da un lato all’altro dei pendii. “Questa situazione crea superfici molto fragili che possono facilmente cedere al passaggio di persone, sciatori o anche in modo spontaneo.” Le valanghe in queste condizioni possono partire da accumuli anche piccoli ma molto mobili.
impatto del rischio valanghe sulle attività in montagna
Il livello 4 di pericolo valanghe impone misure di attenzione molto severe in tutto l’arco delle Dolomiti. L’accesso ai pendii più esposti è sconsigliato, sia per turisti che per chi pratica sport invernali. Le autorità locali hanno rilanciato l’appello a non avventurarsi in zone a rischio, specialmente sotto i 2500 metri dove la presenza di acqua nel manto amplifica il pericolo.
Anche le attività di soccorso e vigilanza aumentano il loro impegno nelle aree vulnerabili. Le condizioni di maggiore pericolo richiedono un monitoraggio costante del territorio per intervenire tempestivamente in caso di distacchi. Le strutture turistiche in quota e i rifugi sono stati messi in guardia e devono adottare protocolli di sicurezza più stringenti per evitare tragedie.
Operatori e appassionati devono quindi valutare con attenzione le condizioni meteo prima di qualsiasi uscita, seguendo comunicazioni ufficiali. Il quadro complessivo indica che almeno nei prossimi giorni non è prudente avventurarsi su pendii ripidi o in neve fresca, soprattutto quelli rivolti a ovest, nord e est dove l’accumulo di acqua più la neve recente aumentano la destabilizzazione.
L’attenzione resta alta sulle Dolomiti, dove la pioggia persistente e la neve ventata stanno segnando questo inizio di stagione con un rischio valanghe che limita l’accesso alla montagna. La sicurezza resta la principale priorità .