Sull'ex isola carcere di Pianosa, detenuti custodi delle nascite di tartarughe marine Caretta caretta

Sull’ex isola carcere di Pianosa, detenuti custodi delle nascite di tartarughe marine Caretta caretta

Sullex Isola Carcere Di Piano
Sull'ex isola carcere di Pianosa, detenuti custodi delle nascite di tartarughe marine Caretta caretta - Gaeta.it

La storia che giunge dall’ex isola carcere di Pianosa è un esempio di sinergia tra giustizia e natura. Un protocollo d’intesa tra Legambiente Arcipelago Toscano e la direzione della Casa di reclusione di Porto Azzurro intende utilizzare le competenze di detenuti formati per sorvegliare e proteggere le nidificazioni delle tartarughe marine Caretta caretta. Sotto la guida di professionisti esperti, i detenuti avranno l’opportunità di contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ecosistema marino.

un accorso di tutoraggio ambientale

collaborazioni d’eccezione

Il protocollo d’intesa firmato tra Legambiente Arcipelago Toscano e la Casa di reclusione di Porto Azzurro rappresenta un importante passo verso l’integrazione sociale e la tutela dell’ambiente. Questo accordo si attua in un contesto unico, quello di Pianosa, dove si è registrato un numero eccezionale di nidificazioni di tartarughe marine. Negli ultimi mesi sono stati individuati sei nidi su una stretta striscia di arenile di 250 metri, evidenziando la necessità di un piano di monitoraggio e protezione efficace.

L’iniziativa si pone come obiettivo principale la preservazione delle uova e dei piccoli di tartaruga, che rappresentano un clima di speranza per la biodiversità marina. La Casa di reclusione di Porto Azzurro, quindi, non è solo un luogo di detenzione, ma si trasforma in una piattaforma di addestramento e sensibilizzazione per i reclusi. Grazie all’impegno congiunto di Legambiente e del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, questo progetto non solo favorisce la preservazione delle tartarughe ma offre anche a chi è detenuto la possibilità di un riscatto sociale attraverso attività significative.

il corso di formazione per i detenuti

preparazione e osservazione

Sette detenuti della sezione autonoma di Pianosa hanno già iniziato un percorso formativo specifico tenuto da Isa Tonso, responsabile del progetto di valorizzazione delle tartarughe marine per Legambiente. Durante il corso, i partecipanti hanno appreso nozioni fondamentali sulla biologia delle tartarughe, il loro ciclo di vita e le caratteristiche ecologiche della specie. La formazione si è rivelata semplice ed accessibile, come osserva Tonso, che ha notato una preparazione sorprendente nei corsisti, i quali sembrano motivati e consapevoli dell’importanza della loro missione.

I detenuti, sotto la supervisione e il coordinamento dell’ispettore superiore Roberto Puccini, si impegneranno a controllare le spiagge prima dell’arrivo dei visitatori provenienti dall’Elba, garantendo così una sorveglianza attenta sui nidi. Di fondamentale importanza è la loro capacità di identificare e proteggere le tracce lasciate dai piccoli di tartaruga nel loro percorso verso il mare, un atto di cura verso la biodiversità della costa toscana.

un progetto di valorizzazione sociale

impatto sulla comunità penitenziaria

Questa iniziativa accresce il valore umano e sociale per tutti i coinvolti, ribadendo l’importanza della riabilitazione attraverso il lavoro volontario. La direttrice della Casa di reclusione di Porto Azzurro, dottoressa Martina Carducci, ha svolto un ruolo cruciale nel potenziare questo progetto di volontariato ambientale. Grazie alla sua determinazione, i detenuti possono partecipare a un’azione pratica che li coinvolge in prima persona nella tutela dell’ambiente, creando un legame diretto tra il mondo della detenzione e quello naturale.

Legambiente Arcipelago Toscano ha espresso gratitudine per la collaborazione istituzionale, sottolineando che questo progetto rappresenta un’opportunità unica per promuovere valori di responsabilità e rispetto verso la natura. Il lavoro dei detenuti può contribuire a cambiare la percezione sociale nei confronti del sistema penitenziario e delle persone recluse, facendo emergere storie di impegno e dedizione. Attività come queste possono significare un passo verso la reintegrazione nella società, mostrando che è possibile trasformare un momento di difficoltà in una risorsa per la collettività e per la salvaguardia dell’ambiente.

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