Svolta drammatica in casa Inter: arrestato il capo ultrà e 19 in manette per crimine organizzato

L’inchiesta della DDA di Milano ha portato all’arresto di 19 persone, tra cui il capo ultrà Marco Ferdico, rivelando legami tra criminalità organizzata e gestione del tifo interista.
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Svolta drammatica in casa Inter: arrestato il capo ultrà e 19 in manette per crimine organizzato - Gaeta.it

Un’inchiesta della DDA di Milano ha portato a conseguenze pesanti per il mondo del tifo interista. L’operazione ha portato all’arresto di 19 persone, tra cui il noto capo ultrà Marco Ferdico. In questa serie di eventi, emergono dettagli inquietanti riguardanti i rapporti tra la società e i gruppi di tifosi, con un evidente coinvolgimento della criminalità organizzata. Massimiliano Silva, dirigente dell’Inter responsabile dei rapporti con la tifoseria, ha fornito testimonianze chiave sulle dinamiche che hanno caratterizzato questo delicato contesto.

Un sistema di comunicazione inadeguato e rischioso

L’inchiesta condotta dalla DDA ha messo in luce uno stato di grave inadeguatezza nelle comunicazioni tra la società e i tifosi. Silva ha spiegato che, secondo quanto gli era stato indicato, l’unico interlocutore autorizzato per le comunicazioni ufficiali era Marco Ferdico. Queste informazioni, confermate dal giudice per le indagini preliminari, Domenico Santoro, sono frutto di una testimonianza raccolta il primo marzo scorso. La mancanza di alternative a Ferdico ha creato un monopolio che ha consentito a soggetti legati alla criminalità di guadagnare ingenti somme, a discapito dell’integrità della curva e della stessa società sportiva.

Il gip Santoro sottolinea come questo sistema di rapporti non solo fosse deleterio ma anche servile, in quanto Silva sembra aver avallato pienamente le richieste di Ferdico. Tali circostanze rivelano un evidente distacco dalla realtà e una vulnerabilità all’interno della struttura societaria, capace di compromettere l’immagine stessa dell’Inter. Silva ha descritto un incontro avvenuto il 28 luglio 2023, dove Ferdico si presentò con un giovane mai visto prima, che si è rivelato essere Antonio Bellocco, erede della cosca della ‘ndrangheta. Questo porta a riflettere sulla lentezza e sulla superficialità della società nel monitorare i propri rapporti, oltre che sul mero utilizzo dei capi ultrà come intermediari.

Le ombre sulla gestione dei gruppi ultrà

L’indagine ha inoltre approfondito il tema della gestione dei gruppi ultras e la loro esclusione dai tavoli di discussione con la società. Silva ha confermato che dal gennaio 2023, ha operato esclusivamente in collegamento con Ferdico, escludendo completamente gli Irriducibili, un gruppo di tifosi storici della Curva interista. L’assenza di un dialogo aperto e costruttivo con tali gruppi ha creato un clima di tensione e ha alimentato la già difficile situazione di un ambiente ultras che richiederebbe, al contrario, maggiore trasparenza e incisività.

La scelta di escludere gli Irriducibili su diretto impulso di Ferdico ha sollevato interrogativi riguardo agli interessi della società rispetto a quelli degli stessi tifosi. L’interdizione degli Irriducibili dal dialogo con la società risalta come un elemento di controllo e repressione, amplificando l’immagine di una curva sotto soggiogamento, nonostante il potenziale coinvolgimento dei tifosi nel miglioramento dell’atmosfera e della sicurezza durante gli eventi sportivi.

L’operazione della DDA: un colpo alla criminalità organizzata

L’inchiesta della DDA ha sostanzialmente scosso le fondamenta del panorama calcistico milanese. Con le 19 persone arrestate, tra cui Ferdico e altri noti appartenenti al mondo ultrà, l’operazione ha cercato di portare alla luce le dinamiche di un crimine organizzato che si infiltra nel tifo e nel calcio. La Polizia e la Guardia di Finanza hanno eseguito numerosi arresti, smantellando una rete complessa di relazioni che ha permesso alla criminalità di prosperare.

Ciò che emerge da questa situazione è la necessità di adottare misure più efficaci da parte delle istituzioni sportive e delle forze dell’ordine per contrastare l’infiltrazione della mafia e della criminalità nei settori legati al tifo. L’operazione non solo rappresenta un segnale di allerta per altre società calcistiche, ma anche un’opportunità affinché il mondo del calcio si distacchi definitivamente da simili rapporti pericolosi e lesivi per l’immagine dello sport.

Il futuro sarà determinato dalla capacità dei club di instaurare relazioni dirette e trasparenti con i loro tifosi, evitando di delegare a una sola figura il diritto di parola. L’inchiesta della DDA di Milano segna un passo cruciale verso la ricerca di una maggiore legalità e giustizia nel tifo organizzato, ripristinando la dimensione sana della passione calcistica.

Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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