Gli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale affrontano molti aspetti della vita quotidiana lontano dalla Terra. Tra questi, il bisogno di mantenere la cura personale, come il taglio dei capelli, si presenta con sfide uniche in assenza di gravità. Lo dimostra l’esperienza recente tra Takuya Onishi, comandante della Spedizione 73, e Nichole Ayers, astronauta della NASA, che si è fatta carico di questo delicato compito a più di 400 chilometri dalla superficie terrestre.
il taglio di capelli nello spazio: un gesto che richiede accortezze particolari
A differenza della Terra, dove i capelli tagliati cadono semplicemente a terra, nello spazio la microgravità fa sì che i peli rimangano sospesi nell’aria. Questo può diventare un problema serio, perché i piccoli frammenti possono avvicinarsi ai sistemi di ventilazione o entrare nelle apparecchiature elettroniche, compromettendone il funzionamento. Per questo motivo, i tagli di capelli a bordo della ISS devono avvenire con grande attenzione e strumenti specifici.
L’astronauta Nichole Ayers, in una sessione svolta il 13 aprile 2025, ha preso il ruolo di “barbiere” improvvisato per il comandante Onishi, utilizzando una postazione nel modulo Harmony, chiamato Nodo 2. Nel luogo dedicato ai servizi della Stazione, Ayers ha eseguito il taglio mentre a portata di mano c’era un aspirapolvere. Questo dispositivo serve a raccogliere i capelli appena tagliati, evitando che si disperdano nell’ambiente e mettano a rischio strumentazioni o la pulizia generale.
Onishi stesso, che ha condiviso una foto dell’evento sui social, ha mostrato come il taglio nello spazio segua modalità ben diverse dalla sua esperienza precedente, quando nel 2016 un cosmonauta russo aveva fatto lo stesso. Il comandante ha detto che “il gesto di Ayers ha mostrato un livello di cura e attenzione maggiore rispetto a quella volta”. L’immagine, firmata JAXA/Takuya Onishi, offre così uno spaccato della vita quotidiana a bordo, non priva di piccoli momenti di normalità in condizioni estreme.
accortezze per evitare problemi tecnici
La microgravità modifica ogni abitudine che sulla Terra è scontata, e la cura della persona non fa eccezione. Lavarsi, vestirsi, mangiare richiedono procedure studiate per non generare situazioni pericolose o fastidiose. Il taglio dei capelli, invece, necessita di alcune accortezze specifiche che gli astronauti hanno sviluppato in decenni di missioni spaziali.
gestire la cura personale in condizioni di microgravità
In assenza di gravità, i capelli tagliati non cadono. Possono aggrovigliarsi negli strumenti, oppure volare via con i flussi d’aria generati dai sistemi di ricircolo. Per minimizzare questo rischio, il taglio si esegue con un aspirapolvere con tubo sottile vicino alla testa, in modo da catturare ogni pelo non appena viene reciso. Questo sistema mantiene pulito l’ambiente e protegge le apparecchiature.
Si tratta di un’attività che richiede pazienza e cura, non solo per l’effetto estetico ma anche per evitare problemi tecnici. Il comandante Onishi ha commentato che, dopo il taglio, “il sentirsi più leggero è anche un vantaggio pratico: infatti, lavare i capelli risulta più semplice”. A differenza dei barbieri tradizionali, gli astronauti non devono indossare camici specifici, ma devono muoversi con attenzione per evitare di distrarre l’altro o far danneggiare qualcosa.
La postazione nel nodo Harmony è stata scelta perché offre spazio sufficiente e condizioni adatte allo svolgimento dell’operazione, senza interferire con altre attività. È un esempio di come sopralluoghi e organizzazione logistica siano parte integrante della vita in orbita.
dettagli della postazione e strumenti
L’uso di strumenti specifici come l’aspirapolvere a tubo sottile è essenziale per garantire sicurezza e pulizia durante il taglio di capelli nello spazio, evitando contaminazioni o malfunzionamenti dei sistemi.
significato e impatto del taglio di capelli a bordo della stazione
L’atto di tagliare i capelli nello spazio può sembrare un dettaglio marginale, ma porta con sé diverse implicazioni. Prima di tutto, rappresenta un momento di normalità, una routine che contribuisce al benessere psicologico degli astronauti. Avere cura di sé conforta chi vive in un ambiente claustrofobico e lontano da casa per mesi. È un gesto che sottolinea la dimensione umana della missione spaziale.
Dal punto di vista tecnico, questa attività dimostra come la vita nello spazio richieda adattamenti continui nei comportamenti. Ogni routine terrestre deve essere reinterpretata, testata e migliorata, per sicurezza e comodità. Le foto e i commenti del comandante Onishi hanno mostrato anche l’interazione sociale tra colleghi, elemento fondamentale per mantenere il morale e una buona collaborazione durante il soggiorno orbitale.
L’esperienza di Onishi e Ayers aggiunge un tassello alla lunga storia delle missioni a bordo della ISS, ricordandoci che anche gesti comuni devono essere ripensati nello spazio e affidati a metodi che tengano conto di un ambiente ostile per l’essere umano. Le fotografie condivise offrono al pubblico terrestre uno scorcio raro, che rende più comprensibile cosa significhi vivere lontano dalla Terra.
connessione tra astronauti e cittadini
Questi momenti di quotidianità, osservabili da milioni di persone grazie ai social media, contribuiscono a creare una connessione più diretta tra astronauti e cittadini. Consentono a tutti di capire meglio le difficoltà e le soluzioni adottate in orbita, rafforzando l’interesse verso le missioni spaziali e il lavoro concreto di chi trascorre mesi nello spazio per scienza e tecnologia.