Tahar Ben Jelloun, ora residente in Francia, è uno degli scrittori marocchini di maggior spicco, noto per il suo impegno nel campo della letteratura e per le sue riflessioni sociali. Con opere premiate come “Il razzismo spiegato a mia figlia”, ha saputo esprimere sentimenti universali, rendendosi una voce influente in Europa. Attualmente, la sua attenzione è rivolta al conflitto mediorientale, che continua a deteriorarsi. Nella sua ultima opera, “L’Urlo”, pubblicata da La nave di Teseo, l’autore manifesta il suo stato d’animo di fronte agli eventi devastanti che stanno segnando la Palestina e Israele.
l’uscita de l’urlo: una reazione a eventi recenti
un fiume di parole in tempo di crisi
“L’Urlo” è più di un semplice libro; è un’importante dichiarazione sulla tragedia che si sta consumando in Medio Oriente. Pubblicato a novembre dopo il massacro di Hamas in Israele il 7 ottobre, l’opera riflette il profondo dolore e l’angoscia dell’autore di fronte alla violenza e alla vendetta che permeano la regione. Ben Jelloun esprime frustrazione e impotenza, portando alla luce la complessità e l’urgenza della situazione. Il suo testo non è solo un racconto di eventi, ma una denuncia contro l’odio e un invito a riflettere sull’umanità.
il conflitto che non si placa
All’evento delle Giornate degli autori al Lido di Venezia, Ben Jelloun si è detto affranto. L’area mediorientale si trova nella sua fase più critica e, nonostante i tentativi di tregua, la pace rimane un miraggio irraggiungibile. Parlando con ANSA, lo scrittore ha evidenziato come le attuali azioni militari da parte di Netanyahu non rappresentino una soluzione, ma alimentino ulteriormente il conflitto. Le parole di Ben Jelloun invitano a considerare che i cicli di violenza non fanno altro che perpetuare la spirale dell’odio, rendendo difficile intravedere un futuro sereno.
la legittimità dello stato palestinese
cambiamenti nella percezione internazionale
Uno dei temi centrali sollevati da Ben Jelloun è quello della legittimità dello stato palestinese. Secondo l’autore, il discorso internazionale sta finalmente riconoscendo l’importanza e l’urgenza di questo tema, evidenziato dalle numerose manifestazioni in giro per il mondo. Questo segnale di coscienza globale suggerisce che la questione palestinese sta acquisendo una rilevanza che non aveva mai avuto prima.
forze in conflitto e prospettive future
Ben Jelloun è scettico riguardo a qualsiasi reale progresso nel raggiungimento di una soluzione pacifica. Sostiene che uno degli aspetti più paradossali è la convinzione che Israele possa vincere questa guerra. “Non si può sterminare un intero popolo”, dichiara, evidenziando la resilienza dei palestinesi. L’autorità morale del popolo palestinese, affermata attraverso la resistenza e la sofferenza, è per lo scrittore un motivo di ammirazione.
l’intellettuale in un contesto di crisi
il ruolo della cultura e della letteratura
Alla domanda se un intellettuale possa contribuire in situazioni di estrema violenza e odio, Ben Jelloun è diretto: “Non c’è intellettuale che tenga”. Riconosce che il dialogo è essenziale per la pace, ma la realtà attuale non lascia spazio a tali iniziative. Come scrittore, sente profondamente il peso della situazione e riconosce che la sua carriera è influenzata da queste dinamiche.
il futuro della scrittura e dell’impegno sociale
Il suo nuovo romanzo, “Gli amanti di Casablanca”, che affronta la storia di un pediatra impegnato nella cura dei bambini a Gaza, rappresenta la sua continua dedizione alla causa palestinese. Ben Jelloun ammette che, nonostante le sue disillusioni, l’amore e l’ammirazione verso il popolo palestinese non si sono affievoliti. Questo legame personale con la causa si riflette nella sua scrittura e nel messaggio che desidera trasmettere.
il peso della testimonianza e l’impegno mediatico
la pressione dei media e l’attivismo
Ben Jelloun esprime fastidio per le richieste dei media di intervenire su temi così pesanti, ma riconosce anche che il suo elevato grado di coinvolgimento è ciò che lo spinge a rispondere. Non si considera un semplice autore; sente di avere responsabilità come cittadino di fronte alle ingiustizie.
una prospettiva senza certezze
Interrogato su quale futuro veda per il conflitto, Ben Jelloun non ha risposte semplici: “Non lo so davvero”. Con il continuo afflusso di armi da paesi come Stati Uniti e Regno Unito verso Israele, l’autore teme che la spirale di violenza continui imperterrita. La sua riflessione finale è un richiamo all’incertezza, che permea le discussioni sulla guerra in corso e sul futuro della regione.
Tahar Ben Jelloun, attraverso le sue parole, continua a porre in evidenza una crisi umanitaria che necessita di attenzione, consapevolezza e, soprattutto, un dialogo sincero per aspirare a una possibile via d’uscita.