La recente sentenza del Tar del Lazio ha fatto chiarezza sulle modalità di calcolo dei canoni per le concessioni demaniali marittime. Con la sentenza n. 13/2025, pubblicata ieri, il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso di Assonat Confcommercio, riconoscendo le irregolarità nel decreto emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che prevedeva un aumento dei canoni sulla base di un indice non conforme alle leggi vigenti. Questa decisione è stata accolta con grande soddisfazione da parte dell’associazione, che ha continuato a lavorare per la tutela degli interessi dei concessionari.
Dettagli della sentenza del Tar
La questione centrale riguarda il decreto ministeriale del 10 dicembre 2022, che ha previsto un incremento Istat del 25,15% sui canoni per le concessioni demaniali. Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, l’aumento dei costi deve essere calcolato sulla base di determinati indici, specificatamente quelli legati all’andamento dei prezzi al consumo per lavoratori e impiegati. Tuttavia, il ministero ha utilizzato un metodo alternativo, che non era previsto dalle leggi, generando così una violazione del principio di legalità , così come puntualizzato dal Tar.
Il Tribunale ha chiarito che l’indice applicato dall’amministrazione differiva sostanzialmente da quello corretto, alimentando così un fundamentato senso di ingiustizia tra i concessionari. La decisione del Tar risulta quindi non solo una vittoria per Assonat, ma anche una rassicurazione per tutti coloro che operano nel settore, sottolineando l’importanza di seguire le linee guida stabilite dalla legge.
L’importanza del dialogo tra pubblico e privato
Il decreto annullato non solo ha sollevato preoccupazioni tra i concessionari, ma ha anche evidenziato la necessità di un dialogo costante e proficuo tra la pubblica amministrazione e gli operatori del settore. Il presidente di Assonat, Luciano Serra, ha commentato l’importanza della decisione, non solo come un riconoscimento diritto delle istanze dei concessionari, ma anche come un segnale che invita le istituzioni a migliorare la comunicazione e la collaborazione con l’utenza.
Il dialogo non può essere sottovalutato, poiché gioca un ruolo cruciale nell’elaborazione di politiche più efficienti e sostenibili. L’auspicio è che questa sentenza segni un punto di partenza per una revisione delle pratiche administrative e per una maggiore attenzione a tutte le parti coinvolte.
Implicazioni future per il settore delle concessioni demaniali
L’annullamento dell’incremento sui canoni potrebbe avere ripercussioni significative per il settore delle concessioni demaniali. I concessionari possono ora sentirsi più protetti e meno soggetti a decisioni amministrative unilaterali e arbitrarie. Inoltre, la sentenza può rappresentare un precedente giuridico utile per eventuali futuri contenziosi e per chiarire al legislatore la necessità di un’applicazione rigorosa degli indici stabiliti dalla normativa.
Nei prossimi mesi, l’attenzione si concentrerà su come il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti deciderà di procedere in merito alla revisione delle normative che regolano il settore. Sarà interessante monitorare se vi saranno modifiche strutturali o se si continuerà a operare secondo le linee attuali.
In definitiva, la sentenza del Tar del Lazio rappresenta un importante passo in avanti nelle rivendicazioni delle associazioni di categoria e un’ulteriore conferma della necessità di un sistema più equo per tutti gli attori coinvolti nelle concessioni demaniali marittime, creando un clima di fiducia e cooperazione tra le diverse parti.
Ultimo aggiornamento il 3 Gennaio 2025 da Laura Rossi