La mostra “Improvisation in 10 Days” dell’artista Tarek Atoui si inaugura domani al Pirelli HangarBicocca di Milano, rappresentando un’importante occasione per esplorare la relazione tra suono, spazio e esperienza corporea. Tra installazioni innovative e tecniche artigianali, il lavoro di Atoui invita i visitatori a scoprire un linguaggio sonoro unico che travalica le barriere dei sensi. Con questa esposizione, il compositore libanese presenta la sua prima mostra personale in Italia, una tappa significativa del suo percorso artistico.
L’interazione tra suono e corpo
Atoui pone il suono al centro della sua ricerca, creando un’esperienza immersiva che coinvolge il corpo dei visitatori. In particolare, installazioni come “Organ Within” e le “stanze del vento” – Wind House #1 e #2 – riflettono sulla percezione del suono. “Organ Within” è una scultura che reinterpreta le caratteristiche tradizionali dell’organo, adattandole a un contesto contemporaneo e coinvolgente. All’interno di essa, i visitatori possono immergersi in una performance che altera la usuale relazione tra musicista e pubblico, facendo del corpo stesso un veicolo di ascolto attivo. Questo approccio innovativo è frutto di una lunga riflessione iniziata nel 2014, quando Atoui ha collaborato con una comunità di sordi per esplorare modi di rendere il suono visibile e percettibile. L’idea alla base di questi progetti è di superare le limitazioni tradizionali dell’esperienza sonora, trasformando i visitatori in parte attiva della creazione.
La ricerca sonora nei porti del mondo
La sezione “Waters’ Witness” rappresenta un altro aspetto centrale della mostra, dove l’artista espone registrazioni di suoni provenienti da vari porti come Atene, Abu Dhabi e Sydney. Realizzato tra il 2020 e il 2023, questo progetto raccoglie le testimonianze sonore di questi spazi, considerati un tempo i cuori pulsanti delle città , ora in parte dimenticati. Utilizzando tecniche come i microfoni subacquei e ambientali, Atoui ha documentato l’essenza di questi “non-luoghi”, creando un dialogo tra l’acqua e il suono. La scelta di marmo proveniente da Atene, utilizzato per la ristrutturazione dei templi dell’Antica Grecia, fa risaltare l’interconnessione tra storia e modernità , portando il visitatore a riflettere sul tempo e sulla memoria.
L’arte della pioggia e i quattro elementi
Un’altra parte della mostra è dedicata al progetto “The Rain“, dove Atoui riflette sull’elemento dell’acqua attraverso opere artistiche uniche, realizzate con legno, corde e bronzo. Ispirato dalle tecniche tradizionali coreane per la creazione di tamburi, questo progetto evidenzia l’importanza dell’artigianato nella produzione artistica contemporanea. Attraverso l’uso di dispositivi tecnologici e una serie di composizioni sonore associate ai quattro elementi – terra, acqua, fuoco e vento – Atoui invita a una nuova esperienza di ascolto. Ogni elemento naturale non è solo un tema, ma diventa parte attiva della performance, esibendo potere ed eloquenza in ogni istante. Questi elementi sono concepiti come performer a loro volta, in grado di dare vita all’opera e di stimolare una riflessione profonda sul ciclo dell’energia e le sue varie manifestazioni.
La mostra di Tarek Atoui si prospetta come un’importante occasione per far emergere l’interesse verso la sonorità e l’arte contemporanea, facendo dialogare il pubblico con opere che superano le barriere tradizionali del suono. Attraverso una ricerca raffinata e un metodo innovativo, l’artista libanese offre una nuova dimensione alla fruizione artistica, invitando tutti a esplorare insieme un mondo fatto di suoni e vibrazioni.
Ultimo aggiornamento il 4 Febbraio 2025 da Donatella Ercolano