Teatro alla Scala: tensioni e rinnovamenti in arrivo al CDA del 5 febbraio

Teatro alla Scala: tensioni e rinnovamenti in arrivo al CDA del 5 febbraio

Il Teatro alla Scala si prepara a un’importante ristrutturazione del consiglio di amministrazione, con discussioni su nuove nomine e la gestione della transizione dopo il mandato di Dominique Meyer.
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Teatro alla Scala: tensioni e rinnovamenti in arrivo al CDA del 5 febbraio - Gaeta.it

Al Teatro alla Scala si preannunciano giorni di grande fermento, in concomitanza con il consiglio di amministrazione fissato per il 5 febbraio, il quale rappresenta l’ultima seduta prima del cambiamento dei membri del CDA. La riunione definitiva per l’assegnazione dei nuovi componenti è programmata entro il 17 febbraio, in occasione della sessione ufficiale di insediamento. Questo scenario segna una fase cruciale per l’istituzione musicale, che attende sviluppi significativi in vista delle prossime decisioni strategiche.

La seduta del consiglio e le sue implicazioni

L’incontro del 5 febbraio si configura come una seduta straordinaria, priva di un ordine del giorno definito. Tuttavia, si prevede che possano emergere discussioni relative alla partenza del sovrintendente Dominique Meyer, il cui mandato è giunto al termine. Un tema ricorrente è l’eventualità di offrirgli un contratto di consulenza, che potrebbe rappresentare un modo per mantenere una continuità operativa, nonostante la fine del suo incarico.

Meyer, il manager francese, ha attirato l’attenzione non solo per la sua gestione alla Scala, ma anche per le dichiarazioni rilasciate recentemente al magazine M, edito da Le Monde. In un lungo articolo, il sovrintendente ha affrontato il tema delle norme governative che stabiliscono l’età massima di 70 anni anche per i dirigenti stranieri, una decisione che ha influito negativamente sulla sua posizione. La conversazione ha preso una piega interessante, essendo emerso il suo gesto di non avere invitato il presidente del Senato Ignazio La Russa alla cena di gala dopo l’inaugurazione del 7 dicembre, un gesto che secondo alcuni rappresenta una forma di disaccordo nei confronti di quella che è stata definita “retorica nazionalista” del partito di maggioranza.

La nomina dei membri del nuovo CDA

La composizione del nuovo CDA sarà determinata in parte dalla nomina del ministro della Cultura Alessandro Giuli, il quale avrà il compito di designare due membri. Attualmente, le speculazioni sui nomi che potrebbero emergere sono numerose, ma non ci sono conferme ufficiali sulla possibile rielezione del finanziere Francesco Micheli. Al contempo, restano da definire le adesioni del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, per la quale è consuetudine consultare i vari attori coinvolti nelle nomine.

Tra i temi urgenti che il nuovo consiglio sarà chiamato a gestire vi è la formalizzazione del contratto di Fortunato Ortombina, già designato come nuovo sovrintendente. L’elezione del direttore di ballo e del direttore musicale rappresentano ulteriori sfide. La questione del nuovo direttore musicale è particolarmente significativa, considerando che Riccardo Chailly terminerà il suo incarico a fine 2025. Ci sono voci concrete riguardo all’arrivo di Daniele Gatti, ma senza alcun accordo definitivo siglato.

Uscita di fondazione Monte di Lombardia e l’influenza delle fondazioni

Un altro punto focale riguarda l’uscita della fondazione Monte di Lombardia dal CDA. Al momento, non si prevede che questa posizione venga rimpiazzata, il che ridurrebbe il numero totale dei membri a nove, in linea con quanto stabilito dallo statuto che impone un numero compreso tra nove e quindici.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è già confermato come presidente, mentre si attende la conferma degli attuali consiglieri indicati da Eni e Allianz. Ci sono anche discussioni riguardo al possibile abbandono da parte di Alberto Meomartini, ex presidente di Assolombarda, per il quale è circolata la candidatura di Diana Bracco come suo successore. Questa evoluzione della composizione del CDA potrebbe riflettere un cambiamento significativo nella governance della Scala, con interventi sia dal settore pubblico che privato.

Il futuro prossimo del Teatro alla Scala rappresenta, quindi, un crocevia importante per numerosi attori nel contesto culturale italiano, rimasto sotto i riflettori grazie alle sue tradizioni e alla sua reputazione internazionale.

Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2025 da Sofia Greco

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